“Ci chiediamo con quale coraggio il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, inciti alla rivolta sociale. Dopo l’aumento del suo stipendio di quasi trecento euro al mese alla faccia dei suoi appelli al salario minimo, ormai è rimasto da solo a credere ai suoi esilaranti proclami di insurrezione. E non sono bastati neanche gli episodi di distribuzione di incarichi d’oro ai suoi amici fidati come le partecipazioni al Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, che arrivano a 6mila euro o la cassaintegrazione inflitta ai lavoratori di una società di Perugia controllata al 100% dalla CGIL di cui è segretario. Forse Landini si diverte a prendersela col governo Meloni, perché avendo un cospicuo stipendio, non rientrerà tra i beneficiari del taglio del cuneo fiscale che il Centrodestra guidato da Fratelli d’Italia ha reso strutturale, mentre quando governava qualcun altro, il ceto medio era alla povertà. Stia molto attento Landini, a incitare alla rivolta sociale, perché integra gli estremi di un reato, oltre a perdere totalmente la faccia. Capiamo che oggi Landini debba tentare di fare il rivoluzionario in Italia per cercare di scimmiottare i milioni di Americani che col voto la rivoluzione l’hanno fatta davvero”.
Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti.