Nel giro di poche ore, la polemica sui continui ritardi alle circolazione ferroviaria imputati al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è andata via via scemando. Le opposizioni avevo rivolto al titolare del Mimit, Matteo Salvini, accuse con toni molto aspri. Il solito Matteo Renzi, leader di Italia Viva, gli ha dato del “buffone” e ha chiesto “le sue dimissioni”. Dal canto suo, il leader del Carroccio ha sempre risposto che la causa di continui ritardi è da imputare alla mancanza di investimenti degli ultimi anni, di quando insomma la sinistra era al governo. Troppo pochi, in effetti, i fondi spesi per la modernizzazione delle tratte già esistenti, ancora meglio quelli per la creazione di nuove. Ma, come detto, le accuse della sinistra si sono fermate da quando il quadro è parso assai più complesso. L’esposto da parte delle Ferrovie dello Stato alla Procura di Roma fa emergere, se le ipotesi verranno confermate, una situazione molto seria, nonché uno stato di tensione poche volte visto prima: l’ipotesi di un sabotaggio di alcuni agenti alla rete ferroviaria, per certi versi, è grave anche solo a denunciarla. Troppe, in effetti, le coincidenze dietro i disservizi, accaduti in zone molto trafficanti e nelle ore più frequentate. Una casualità che fa oggettivamente credere che, dietro tutto questo, potrebbe esserci (siamo ancora nel campo delle probabilità) una mente umana. E fare sciacallaggio su un disagi creati con dolo con altre finalità, non è il migliore dei modi per approcciarsi con gli elettori. La guerriglia dunque sembra essersi placata dopo questa notizia, ma non per tutto: “Anziché millantare ipotesi di complotto dovrebbe mettersi seriamente al tavolo per garantire un servizio fondamentale per i cittadini” ha detto Elena Bonetti di Azione.
I precedenti
In realtà, non sarebbe la prima volta che le Ferrovie dello Stato si ritrovano a risolvere disagi creati, si presume, dall’azione illecita di qualcuno. Il Giornale cita alcuni episodi: un incendio, a fine novembre dello scorso anno, all’interno nel parcheggio Italfer di Roma, probabilmente appiccato usando dei fumogeni. Un altro rogo, datato luglio 2019, che ha distrutto una cabina elettrica dell’alta velocità a Rozzano. Lì nel 2014 furono ritrovate anche due molotov. Nella stazione di Campo Marte fu ritrovata una tanica di benzina su una gru per i lavori dell’alta velocità. Tanti avvertimenti che portano su una pista abbastanza chiara: ci può essere la mano dell’uomo, con tutto che fa pensare all’universo di anarchici e no Tav che da anni protestano con ferocia la costruzione delle linee ad alta velocità. Con ferocia, molto spesso andando contro a ciò che una manifestazione legale permette: guerriglie contro le forze dell’ordine, lanci di fumogeni e di molti altri oggetti contro gli agenti dell’antisommossa.
Le Ferrovie dello Stato intanto hanno annunciato che il Gruppo ha intenzione di intensificare la sicurezza delle tratte: al fine di “limitare il ripetersi di tali anomalie”, è già pronta “una serie di azioni a protezione dell’infrastruttura”: dalla vigilanza nelle stazioni e nei punti più importanti delle tratte all’incremento delle telecamere di sicurezza. Tutte misure precauzionali, comunque in attesa di ciò che la Procura di Roma scoverà nelle prossime settimane.