Chico Forti: la storia di un italiano in America

Chissà se Nando Mericoni, ‘l’eroe di Un americano a Roma’ sapendo come funziona la giustizia in certi distretti degli States sarebbe stato ancora tanto voglioso di trasferirsi da quelle parti, in quel ‘Kansas City’ che idolatrava all’ombra del Colosseo. Probabilmente, per far ravvedere il nostro innamorato degli USA sarebbe bastato farlo parlare 10 minuti con Chico Forti, un italiano sfortunato. Soprattutto perché è italiano e non ha alle spalle uno stato capace di aiutarlo e proteggerlo…

Enrico Forti, detto Chico nasce a Trento, 8 febbraio 1959. In gioventù, partecipa a sei mondiali e due europei di windsurf e vince il Campionato italiano di vela, classe catamarano DART (1991). Nel 1979 inizia a praticare lo sport del windsurfing grazie a Karl Heinz Stickl (ex campione del mondo di windsurf) sul Lago di Garda.Con Robby Naish esegue tra i primi al mondo il looping (salto mortale all’indietro completo con la tavola da windsurf) a Diamond Head, Hawaii (1984) ed effettua il primo base jumping dalla cima dell’albero della goletta Star Pilot a Atollo Molokini, Hawaii. Esperto sciatore, esegue la discesa della parete est del Palon, Monte Bondone (2090 m s.l.m. (Trento) con l’amico Gianluca “Billy” Valduga (1983). Insieme all’hawaiiano Richard White disegna e produce la prima rampa di salto per windsurf (funboard) che consentirà di allenarsi e di gareggiare indoor (1984). Sarà il primo italiano a competere nella coppa del mondo professionisti PWA (Professional Windsurfing Association) nel 1985.Nel 1987 viene eletto Atleta dell’Anno dal Club Albatross della città di Bergamo.

Uno sportivo di tutto valore, dunque, questo giovane italiano, almeno fino a quando un brutto incidente automobilistico gli interrompe la carriera agonistica nel 1987. Chico inizia così la sua attività di produttore di filmati su sport estremi (windsurf, snowboard, surf, skateboarding, moto d’acqua, sci nautico a piedi nudi, wakeboard, kitesurfing) e di collaboratore nell’ideazione e nello sviluppo di materiali per lo sport del windsurfing. Scrive numerosi articoli su riviste specializzate di sport velici e nel 1989 diventa capo-editore di Windsurf Italia. Promuove il World Festival on the Beach di Mondello per il rinomato club velico Albaria e collaborando con Vincenzo Baglione, l’immagine olimpica del windsurf italiano. Viene invitato come ospite a programmi sportivi come Record di Giacomo Crosa (1985), Jonathan Dimensione Avventura di Ambrogio Fogar (1987), Sport USA sulla rete giapponese Asahi TV (1985). Nel 1990 crea la casa di produzione Hang Loose che trasmette su SuperChannel e successivamente su ESPN. Il programma Hang Loose con la sua specializzazione in sport estremi crea le premesse per la nascita degli Extreme Games, all’apertura dei quali Chico partecipa come ospite d’onore.

Ecco dunque uno sportivo di successo che diventa un imprenditore di successo. Chicco sembra trasformare in oro dovunque metta le mani. Tra l’altro, anche la sua vita privata va a gonfie vele, con una bellissima moglie, Heather Crane, e tre splendidi figli. Insomma, una vita praticamente perfetta, in una splendida città come Miami, un’attività imprenditoriale che rende benissimo, solidi affetti, buona salute: di che suscitare non poche invidie, ed è probabilmente per questo che a un certo punto Chicco si ritrova in guai terribili, e da lì inizia il suo calvario che non sì è ancora concluso.

Nel febbraio del 1998 Dale Pike, figlio di Anthony Pike – un individuo dal passato rocambolesco, noto negli anni d’oro del suo albergo per i suoi amori sia con donne che con uomini importanti, come Freddy Mercury e George Michale -, dal quale Chico stava acquistando il Pikes Hotel, a Ibiza, viene trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach, Miami. Chico viene accusato di essere parte in questo felony murder, un omicidio commesso durante l’esecuzione di un crimine (nel nostro caso la truffa dato che Forti, dicono, stesse imbrogliando Pike padre, cosa che non è ma eventualmente si trattava del contrario) e viene condannato all’ergastolo senza possibilità di rilascio sulla parola. Attualmente Chico sta scontando la pena nel Dade Correctional Institution, Florida City. I complici di Forti nell’assassinio di Dale Pike non sono mai stati trovati. Chico Forti dichiara di essere vittima di un errore giudiziario. E, se si ha la voglia di rileggersi gli atti, controllare i fatti, e verificare tutta la situazione, l’innocenza di Chico Forti salta agli occhi, così come la cialtroneria – per voler essere buoni e non parlare proprio di complotto – degli inquirenti americani nello svolgimento delle indagini. Ma il nostro non è Amanda Knox, non ha dietro alle spalle una nazione pronta a sostenerlo nel suo buon diritto o ad accertarsi che contro di lui non siano stati commessi abusi, come in realtà è accaduto.

Ferdinando Imposimato, suo legale italiano, e la criminologa Roberta Bruzzone, hanno presentato nel maggio 2012 un report all’allora Ministro degli Esteri Giulio Maria Terzi di Sant’Agata, che contiene le motivazioni per la richiesta di revisione. Molte personalità dello spettacolo tra cui Fiorello, Jovanotti e Red Ronnie si sono uniti ad un movimento di opinione per chiedere la revisione del processo. Purtroppo la richiesta di un nuovo processo può avvenire solo ed esclusivamente sulla base di una newly discovered evidence: una nuova prova determinante che, se presentata nel dibattimento, ne avrebbe potuto modificare l’esito e che, si dimostri, non poteva essere trovata al tempo del processo. Tutte le prove che sono passate, o avrebbero potuto passare, davanti ad una corte sono procedural defaulted e non valgono.

Oggi la vicenda è sotto ‘la lente’ de Le Iene, il famoso programma d’inchiesta di Italia1. Per esempio, conosciamo una giurata del processo a Forti, Veronica Lee, all’epoca molto giovane, che ha scritto di suo pugno un messaggio dove mette in dubbio la regolarità della condanna: “L’intero processo è stato una cazzata, e molte informazioni in quell’aula di tribunale sono state nascoste”, spiega la donna che aggiunge: “Ricordo di essere stata bullizzata dagli altri giurati perché credevo che ci fosse un ragionevole dubbio sull’innocenza di Chico”.

Intanto, da più di 20 anni Forti resta in prigione. Raggiunto telefonicamente dalle Iene, ha detto: “Ho troppa rabbia in corpo. Non sto chiedendo misericordia o un atto di carità, sto chiedendo giustizia. Questo è quello che mi tiene in vita perché i 20 anni che mi hanno rubato non li posso riavere”.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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