In più occasioni il Governo Meloni ha dato dimostrazione della sua alta considerazione conquistata nei consessi internazionali nell’ultimo anno e mezzo in carica grazie, specialmente, alla serietà del suo leader che ha avuto la capacità, mai scontata, di sedersi da pari insieme alle figure più importanti della politica internazionale ai tavoli di lavoro, dialogando con loro e offrendo risposte sulle tematiche più calde. Come è successo in fatto di immigrazione: dopo un intero decennio senza alcuna svolta in positivo, l’Europa ha finalmente iniziato ad adottare la strategia voluta da Giorgia Meloni, quella del dialogo e della cooperazione, scendendo a patti con Paesi terzi. In questo si vede la caratura di un leader: nella capacità di riuscire a farsi ascoltare, di far capire che le proprie idee vanno oltre le sterili accuse delle opposizioni. E anche in questo modo, Giorgia Meloni, ricevendo in ciò il riconoscimento anche da parte della stampa e dei politici di aree politiche avversarie, è riuscita a scrollarsi di dosso quel pesante macigno della “neofascista” che la sinistra, come unica critica, le affibbiava.
Salis e Forti: due successi del lavoro diplomatico
La prova della buona reputazione di cui il Presidente del Consiglio gode agli occhi delle classi dirigenti esteri è arrivata proprio in queste ore. È facilmente riscontrabile, ad esempio, nel caso di Ilaria Salis, che poche ore fa ha ottenuto, dopo un lungo iter giudiziario e dopo un anno e mezzo di carcere preventivo, la scarcerazione: sarà ai domiciliari, lì a Budapest dove si trova. Un primo e importante passo per riportarla in Italia, fine ultimo della Farnesina, raggiungibile solo con il lavoro silente e la serietà dell’esecutivo e delle forze diplomatiche, che mettono a tacere il frastuono imperterrito della sinistra, che dal caso ha cercato soltanto visibilità, non apportando alcun valore aggiunto che, in una democrazia sana, dovrebbe essere prerogativa delle opposizioni. E nonostante il risultato, nessuno è stato capace di riconoscere i meriti del governo. Caso simile a quello di Ilaria Salis è ciò che è avvenuto a Chico Forti, ex velista e produttore televisivo, nelle carceri della Florida dal 1998, da quando fu accusato dell’omicidio di Dale Pike, giovane ritrovato senza vita su una spiaggia di Miami colpito da una calibro 22. Le indagini della polizia locale portarono al nome di Forti come maggiore sospettato, convinti soprattutto dal movente (un conflitto per la compravendita di un importante albergo) e dalle spiegazioni talvolta contrastanti dell’indagato. Anche in questo caso, dopo anni di travagli e di speranze, da parte della famiglia, di rivedere l’italiano di nuovo in Patria, il Governo Meloni può festeggiare un altro successo diplomatico: a distanza di poche ore, infatti, dalla scarcerazione di Ilaria Salis, anche Chico Forti ha lasciato la prigione di Miami. “Il detenuto non è più nella nostra custodia” fa sapere il Dipartimento di giustizia della Florida, informando che Chico Forti si trova adesso al Dipartimento dell’immigrazione e delle dogane. È fatta, insomma: Chico Forti è pronto per tornare in Italia e la polizia nostrana può già imbarcarlo per un volo verso il nostro Paese. A marzo Giorgia Meloni aveva annunciato l’imminente rimpatrio e ora, dopo più di un mese di cavilli tecnici, eccoci dinnanzi l’ennesima promessa mantenuta dall’esecutivo guidato da Fratelli d’Italia.
Un’altra vittoria del Governo Meloni
Come già successo con la Salis, anche per Chico Forti la strategia non è stata una delegittimazione delle autorità locali: la condanna dell’italiano è definitiva ed è quindi giusto che sconti la pena. Tuttavia, ora potrà farlo in Patria, potendo contare sull’appoggio familiare e su permessi e premi concessi dalla legge italiana in merito alla buona condotta. “Finalmente possiamo salutare un’altra vittoria del Governo Meloni – ha dichiarato Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera – che ha seguito la vicenda sin dal suo insediamento. Rinnoviamo il nostro ringraziamento a tutte le istituzioni italiane e statunitensi coinvolte nel caso. Il nostro pensiero felice è rivolto non solo ai familiari e agli amici di Chico, ma a tutti colore che – ha concluso l’onorevole – hanno sostenuto la sua causa con determinazione”.