Chiusura PolFer di Calalzo di Cadore. De Carlo: “Idea inaccettabile: si potenzia il treno e si toglie il presidio”

Il deputato di Fratelli d’Italia e Sindaco di Calalzo di Cadore, Luca De Carlo, raccoglie con rabbia e stupore l’appello del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia – SIULP di Belluno, che in una lettera denuncia la probabile  prossima chiusura del presidio di Polizia Ferroviaria di Calalzo di Cadore: “La ritengo un’idea accettabile, che manca di lungimiranza e di attenzione alla sicurezza”, sottolinea De Carlo.
“Che senso ha chiudere un presidio di Polizia Ferroviaria proprio ora che si sta tornando ad investire sul treno?”, chiede De Carlo. “Con la realizzazione del Treno delle Dolomiti, Calalzo resterà un nodo cruciale della tratta ferroviaria, e togliere questo servizio in questo momento vorrebbe dire non rendersi conto dei prossimi sviluppi futuri”.
Legato allo sviluppo del treno, c’è anche la questione sicurezza: “Il provvedimento di chiusura sarebbe giustificato dalle zero denunce di furto raccolte nel 2019, un dato che il sindacato giustifica anche con la scarsità di personale dovuta ai tagli già subiti: se a questo aggiungiamo che oggi Calalzo di Cadore è il capolinea ferroviario, peraltro su una tratta sulla quale si è investito solo negli ultimi tempi, possiamo capire come quel numero sia poco significativo”, evidenzia De Carlo. “Ma quando, con il tratto Calalzo-Cortina, ci sarà un nuovo, forte afflusso di persone, con numerosi turisti, anche e soprattutto stranieri, lo scenario sarà completamente diverso, e non è accettabile abbassare così la guardia sotto il fronte della sicurezza”.
In vista del tavolo di confronto per la Polizia Ferroviaria calendarizzato dal Dipartimento per la Pubblica Sicurezza per il prossimo 4 febbraio, De Carlo annuncia battaglia: “È inutile continuare a parlare di tutela della montagna e poi assistere inerti ai continui tagli di servizi. Lo Stato deve tornare sui territori, non concentrando l’impegno e l’interesse solo sulle città, ma anche e soprattutto interessandosi e investendo nelle aree periferiche e di montagna che solo con la garanzia dei servizi fondamentali possono continuare a sperare nella sopravvivenza”.

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