Cina e Filippine sono in rotta di collisione: il sommario degli ultimi giorni

Nell’ultima settimana la tensione tra Cina e Filippine è salita pericolosamente: i rapporti tra i due paesi sono già da tempo altalenanti. Stando agli ultimi alterchi del “Dragone” con Taiwan, la situazione risulta contemporaneamente delicata e preoccupante.

5 giorni fa, il Portavoce della guardia costiera cinese Gan Yu ha dichiarato che due navi filippine abbiano penetrato nello spazio marittimo di Sabina Shoal, entrando in “collisione deliberata” con una nave dell’RPC. L’incidente rischia di compromettere le relazioni tra i due paesi in esame, già a piuttosto precarie secondo quanto si evince dalle notizie uscite in questi giorni. Il giorno stesso, il Ministro degli esteri cinese Mao Ning, ha condannato fermamente le azioni delle navi filippine, le quali avrebbero violato la sovranità nazionale della Repubblica popolare. Pechino ha poi dichiarato di aver adottato provvedimenti energici dopo l’ultimo inconveniente. La discussione tra i due paesi dimostra una forte insofferenza che tende a ripetersi nel tempo tra chi ha deciso di scegliere sistemi diversi a livello politico. E’ altrettanto probabile che l’ultimo caso di reciproca ostilità non fa che alimentare la preoccupazione, anche in vista delle ultime dichiarazioni cinesi su Taiwan negli ultimi mesi.

Nel frattempo le Filippine hanno affermato che uno dei loro aerei sia diventato il bersaglio dei razzi cinesi durante una perlustrazione nel Mar cinese meridionale: tutto questo è accaduto sempre nella giornata del 19 agosto. A quanto pare il governo del dragone non è intenzionato a cedere di un millimetro contro chi ritiene un proprio nemico. Altrettanto probabile che l’ingresso ed il contatto tra le imbarcazioni avvenuto giorni fa, sia stata soltanto una malaugurata casualità. Non è difficile pensare che l’RPC  abbia sfruttato l’evento per terrorizzare i propri vicini. Ormai l’indole del governo comunista in esame è ben nota a tutti: l’ingresso nei suoi territori è limitato e viene concesso attraverso un controllo quasi ossessivo. Allo stesso tempo, la Cina pretende di entrare in contatto con le altre realtà per monitorarne gli andamenti,tramite acquisizioni economiche sotto il nome di un’impresa direttamente riconducibile allo Stato post-maoista.

Tornando all’attacco missilistico cinese, la “base operativa” di Pechino ha nuovamente asserito di aver preso altre contromisure nei confronti degli aviazione militare filippina. Allo stesso modo, il Ministero degli esteri non ha perso tempo ad affiancarsi direttamente al Governo della capitale, rinnovando i propositi per la difesa dei confini e dei territori marittimi. Non sembra difficile a questo punto credere alla versione dell’amministrazione filippina, soprattutto alla luce delle ultime dichiarazioni del nuovo Impero celeste.

Aldilà degli avvenimenti, la cui ricostruzione è fondamentale per avere una visione chiara di un panorama che rischia di portare non pochi problemi, bisogna anche prendere in considerazione le mire illegittime del Governo pechinese. Una sentenza dell’anno 2016, emessa dal Tribunale internazionale, dimostra che le proprietà marittime nella barriera corallina del Mar cinese meridionale non abbiano alcuna validità. Ovviamente il PCC non riesce a farsene una ragione: per questo motivo cercherebbe di mantenere i suoi possibili rivali alla larga. 

Sembra che la situazione in Asia sia tutt’altro che tranquilla, viene quasi da chiedersi come mai nessuno stia prendendo provvedimenti nei confronti della Cina stessa a livello internazionale: certamente usare il potere politico per evitare che quest’ultima si intrometta negli affari nazionali altrui è una tecnica valida per la deterrenza, ma non del tutto sufficiente. Dimostrare al mondo la pericolosità degli Stati che ancora oggi si definiscono comunisti dovrebbe essere un dovere di tutti quei paesi che hanno scelto la libertà all’oppressione.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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