Cinema, FdI Roma: dov’erano Foschi e il Pd quando i cinema chiudevano?

“Il segretario romano del Pd Enzo Foschi o è incompetente o è in mala fede. Probabilmente entrambe le cose. Che senso ha manifestare, infatti, davanti al cinema Barberini? Foschi, prima di parlare a sproposito, studi le proposte di legge della Regione Lazio e si confronti con gli operatori. Facciamo chiarezza. Nel 1999 con una legge approvata dal governo D’Alema è stata consentita la trasformazione di decine di cinema, anche attivi, in sale bingo. Eppure, l’allora sindaco Francesco Rutelli non ebbe nulla da obiettare. Né protestò Foschi, al tempo consigliere comunale. A partire dalla fine degli anni Novanta e fino a oggi a Roma sono oltre cento le sale cinematografiche trasformate in sale bingo o in altre attività oppure chiuse da anni. Cosa ha fatto il Partito democratico nei dieci anni in cui ha guidato la Regione con Nicola Zingaretti?

Quali interventi sono stati messi in campo? Un intervento è stato quello del 2020 di liberalizzare l’apertura delle sale cinematografiche, permettendo la possibilità di aprire nuovi multisala anche nelle vicinanze delle sale storiche già esistenti, decretandone la fine. Altro che garantire la sopravvivenza dei cinema. Foschi dovrebbe rispondere, visto che lavorava nel gabinetto del governatore a stretto contatto con lui. E cosa ha fatto il Pd a Roma per i cinema? Oltre a più di 40 cinema dismessi, nella Capitale ci sono anche diversi cinema appartenenti al patrimonio di Roma Capitale chiusi da anni. Tutti in stato di abbandono e degrado, vista di fatto l’impossibilità di intervenire. Peraltro, due cinema pubblici, l’Apollo e l’Airone, si sarebbero potuti riattivare senza alcun onere pubblico con l’accordo di programma sul Metropolitan, poi saltato per una mancanza di normativa chiara e definita. Eppure il Pd di Foschi e il sindaco Roberto Gualtieri non hanno fatto nulla. La legge regionale sulla semplificazione urbanistica dà la possibilità di ridare vita a questi spazi chiusi e prevede tutta una serie di incentivi volti alla salvaguardia delle sale attive inserendo forti paletti contro la loro dismissione.

Tutti i progetti per le sale in città storica delle dimensioni urlate da Foschi, come centri commerciali o supermercati, dovranno andare in accordo di programma. Tradotto: la Regione Lazio darà ai sindaci la possibilità di riattivare quelle sale, ma saranno poi i sindaci stessi a decidere se farlo o meno. Quando la legge sarà approvata, Gualtieri e Foschi cosa faranno: avvieranno gli accordi di programma per riaprire le sale chiuse – pubbliche e private – oppure continueranno a lasciar marcire quei locali che sono ferite sanguinanti nel cuore di Roma? Foschi risponda oppure vada a manifestare non davanti al Barberini, ma davanti a tutte le sale chiuse da anni che il Pd non è mai riuscito a riaprire per mancanza di visione e programmazione. O forse solo per limiti ideologici”.

Lo dichiarano in una nota il segretario romano di Fratelli d’Italia Marco Perissa e i consiglieri comunali di Roma Capitale di FdI Giovanni Quarzo, Francesca Barbato, Stefano Erbaggi, Maria Cristina Masi, Federico Rocca.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.