Il de profundis viene celebrato con tanto di Messa cantata e ad officiare il rito funebre è lo stesso Beppe Grillo. Alla guida di un carro funebre, per manifestare anche a livello visivo che il Movimento 5 Stelle, o almeno quello delle origini fondato da lui e Gianroberto Casaleggio, è morto.
Così Beppe Grillo interviene sulla guerra in corso da mesi tra lui e il leader politico dei pentastellati Giuseppe Conte sul futuro del Movimento e sul ruolo dello stesso co-fondatore e garante, di fatto cacciato dal suo stesso “partito” durante la prima Costituente tenuta a Roma il 24 novembre, con Grillo che è riuscito ad ottenere di ripetere le operazioni di voto nel weekend dal 5 all’8 dicembre.
“Ha ragione quella eletta in Sardegna, la governatrice Alessandra Todde, “che ha detto ‘me ne frego di Grillo. Benissimo, facciamo un altro simbolo, andiamo avanti. Bene, coraggio, fatevi un altro simbolo, andate avanti e fate le vostre cose. Il Movimento è morto, stramorto, però è compostabile, l’humus che c’è dentro non è morto”.
Lo dice Beppe Grillo nel suo videomessaggio al mondo dei pentastellasti. “L’humus della transizione energetica, digitale, di portare avanti una sequenza della narrazione del futuro, perché oggi non c’è più il futuro perché non si capisce il presente, infatti tutti i partiti sono andati indietro di vent’anni, parlano di fascismo, antifascismo, rivoluzioni, antirivoluzioni, parlano del passato perché non capiscono più nulla”.
Una pausa di una frazione di secondi e poi lancia il suo ennesimo e pesantissimo j’accuse a Giuseppe Conte e ai suoi pretoriani: “Siete diventati un partito che segue un Oz, di gente che non riconosco più. Infatti quando venivo giù, in quel famoso ufficio che mi era stato concesso non c’era nessuno, non veniva nessuno. Avevo già perso, lo capivo, io ho già perso, però i valori li abbiamo fatti con Casaleggio, che ci ha messo l’intelligenza, io ci ho messo il coraggio e milioni di italiani ci hanno messo il cuore. Sono queste tre cose che hanno fatto sì che il Movimento avesse un’identità”. Addossando a Giuseppe Conte la responsabilità di aver “disintegrato il Movimento” con silenzi e non risposte usate come “una carta” per far fuori il garante
“Su di me sono state dette delle cose – dice ancora l’ex comico -. Io ho solo chiesto, da garante, e quindi da gran custode di tutto di avere un controllo sulle cose. Non ho ancora ricevuto risposta, io con la barba. Questo modo di comportarsi che fa Oz, che non si fa mai trovare, è stata la carta vincente per disintegrare il movimento nella sua identità”.
“Non è il fatto di essere garante o non garante, perché non lo sono stato neanche in questi ultimi tre anni – aggiunge -. Il Movimento è sceso dal 25% a meno della metà e mi si accusa di essere il padre padrone. Oz mi ha accusato di essere Sopraelevato, ma dal suo punto di vista di sottopassaggio è chiaro che mi vede come un sopraelevato perché lui ha leggermente questa psicosi, che è una psicosi che bisogna analizzare sotto il profilo neurologico, non solo con agli atti che si leggono sui giornali, perché queste sono sindromi. Lui soffre di questa sindrome ripetitiva, compulsiva di proiezione a specchio, cioè butta sugli altri quello che vorrebbe essere lui o quello che è già lui. Io non sono uno che ha mandato decine e decine di cassette con un’ora e quaranta di discorso mio nei cinema d’Italia”. “Io ho sempre fatto quello che dovevo fare, con Casaleggio non abbiamo avuto titoli per fare ministri e cose del genere”.
Un’altra pausa e poi il secondo affondo a Conte: “I due mandati, io scompaio proprio in funzione dei due mandati. Questa votazione aveva 20 domande per coprire le tre, che sono quella di mandare via me, di fare due mandati, tre o quattro, e poi la situazione del presidente. Quindi, per coprire quelle tre domande ne sono state fatte venti, tipo cosa è la giustizia, cosa ne pensi della sanità. E poi hanno votato meno della metà degli iscritti, quindi io vi pongo un dubbio. Io ho già perso, lo so, ma sono ottimista perché questo movimento aveva un’identità straordinaria – aggiunge -. L’identità dei due mandati, eravamo d’accordo con il Mago di Oz per fare una legge dello Stato, e in più io aggiungevo che bisognava fare il primo mandato nei comuni, perché è nei comuni che passa la strategia economica del futuro, perché la globalizzazione sarà decentrata sui comuni. I comuni finalmente conteranno e faranno la politica di serie A che è l’unica politica che conta”.