Comizio anti-governo e svastica in bagno: parte il corso di studi queer

All’Università di Torino ha preso il via il primo corso queer in Italia, che affronta  (come descritto dall’università stessa) l’orientamento sessuale e di genere, il femminismo e l’intersezionalità delle diverse forme di discriminazione. Il corso, aperto a tutte le facoltà e tenuto in lingua inglese, ha l’obiettivo di essere il più inclusivo possibile e riflettere sulla storia e sui diritti lgbt in Italia. La prima lezione si è subito trasformata in un comizio politico: con un discorso che ricomprende attacchi al governo Meloni, a Trump e la preoccupazione per un’università preda dall’esecutivo. 

A prendere la parola, invitato dal docente Antonio Vercellone, è l’assessore comunale alle Pari Opportunità, Jacopo Rosatelli: “Sotto il governo di Giorgia Meloni in Italia la retorica ostile sta delegittimando le istanze di autodeterminazione e uguaglianza. La rielezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti rappresenta una minaccia concreta. Ricordiamo che una delle sue prime azioni fu firmare un ordine esecutivo che ridefiniva il sesso in termini binari, escludendo le persone trans e non binarie dal riconoscimento federale”. Rosatelli sfrutta l’occasione per citare la solita torsione autoritaria che il governo Meloni starebbe mettendo in atto: “Dobbiamo purtroppo riconoscere che la libertà accademica è sotto attacco. Un esempio è quello che è successo al professor Zappino, che ha affrontato pressioni e tentativi di censura (il riferimento è all’interrogazione del ministro dell’Università Anna Maria Bernini). Il diritto di un docente di proporre temi di ricerca non può e non deve essere messo in discussione da chi vuole imporre una visione ideologica e restrittiva della conoscenza. L’interferenza governativa nell’autonomia universitaria rappresenta un pericoloso precedente”. 

La parola passa a Zappino, ospite d’onore che due anni fa aveva creato il primo corso queer a Sassari, che può finalmente iniziare la sua lezione sulla teoria queer: smontare l’idea che possano esistere solo due generi (uomini e donne), che riflettono la composizione biologica binaria (maschio e femmina) e che solo l’attrazione sessuale tra sessi opposti sia naturale. L’intervento dura poco, la politica ritorna in cattedra, una ragazza dell’Assemblea precaria, composta da dottorandi e ricercatori, interviene: “Stiamo per essere buttati fuori dal sistema accademico a causa del Ddl Bernini-Meloni e dei tagli ai fondi della ricerca. Quello che si dipana davanti a noi è uno scenario orrifico: un’università sempre più militarizzata, privata, non accessibile. E i queer studies non hanno posto in questa università. Le lotte delle persone oppresse sono intersezionali, mobilitatevi con noi”. È solo la prima lezione ma gli animi si sono accesi: dopo l’attacco al governo nei bagni del campus Einaudi è spuntata una svastica disegnata sopra un adesivo arcobaleno. Poca formazione, tanta politica e ancora più polemiche.

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Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

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