Erano quelli de: “Intercettateci tutti”, quelli che non avevano nulla da nascondere, quelli che arrivavano per rivoluzionare il Palazzo. La doppia morale del partito del “Vaffa” è ormai nota, gli esempi da fare sarebbero troppi per racchiuderli in un solo articolo perciò limitiamoci all’ultima trovata del Movimento 5 Stelle: lamentarsi di essere intercettati e gridare al complotto per quanto riguarda il conflitto d’interessi. Conflitto che intende essere risolto dalla presidente della commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia: chi ha conflitti di interessi con le vicende trattate dall’organismo deve astenersi dalle attività. Subito sulle barricate i pentastellati, Conte attacca Meloni alla Camera: “Presidente, quando lei predicava l’inflessibile lotta alla mafia, intendeva dire: facciamo la guerra ai campioni dell’antimafia”. Seguito a ruota da Luigi Nave, capogruppo M5S in Antimafia: “Ma il conflitto di interessi chi lo stabilisce nel merito?”
De Raho e Scarpinato: i “campioni” di Conte
I “campioni” di Conte sono Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato, ex magistrati ora componenti della Commissione Antimafia. Il primo, vicepresidente della Commissione, è in pieno conflitto d’interessi: quando era a capo della Direzione nazionale antimafia il finanziere Pasquale Striano avrebbe compiuto migliaia di accessi abusivi alle banche dati contenenti informazioni di politici, ministri e alte cariche dello Stato. Proprio per questo suo ruolo è stato chiesto al parlamentare 5 Stelle di dimettersi dalla commissione Antimafia che sta facendo le audizioni sul caso portato avanti dalla Procura di Perugia. La risposta è stata picche e il suo partito ha fatto quadrato attorno a lui. Stessa difesa che il M5S ha messo in moto per Roberto Scarpinato, al centro di una intercettazione casuale, fatta dalla Procura di Caltanissetta, mentre avrebbe provato a concordare domande e risposte con l’ex magistrato Gioacchino Natoli, accusato di reati di mafia nella vicenda del depistaggio delle indagini sull’assassinio di Paolo Borsellino, in occasione di una sua audizione in Antimafia. “Tu mi alzi la palla e io schiaccio”, questo uno dei contenuti della conversazione, come riportato dal giornale “La Verità” che Scarpinato ha smentito. In una lettera il senatore M5s chiede che gli atti pervenuti in Antimafia vengano rimandati alla Procura di Caltanissetta e “il prolungamento della segretazione da parte di questa Presidenza ed il conseguente divieto di accesso dei componenti della Commissione agli atti trasmessi”. I 5 Stelle ci hanno costruito una carriera politica sulle intercettazioni ma ora che sono gli intercettati chiedono gli atti non siano pubblici. Doppia morale utilizzata dallo stesso Conteche ha usato il mezzuccio di farsi nominare componente nella Commissione di inchiesta sul Covid per non farsi interrogare: “Sono disponibile ad essere audito, a patto che non si determinino incompatibilità con il mio ruolo in commissione”. In sintesi: paladini della giustizia quando la giustizia riguarda gli altri.