Commissione Covid, Conte si rintana ed evita l’audizione: svelato il suo stratagemma

Adesso abbiamo la conferma, la prova provata che in quella commissione d’inchiesta sul Covid che il suo partito, il Movimento Cinque Stelle, e tutta la sinistra hanno osteggiato fino alla sua costituzione, Giuseppe Conte vi ha fatto accesso non certo per affrontare faccia a faccia le familiari delle vittime e per dare loro delle sacrosante spiegazioni. Neppure per cercare di indagare, come invece aveva confessato di voler fare, su cosa sia andato storto durante la pandemia, al fine di non vedere ripetersi gli stessi errori in futuro. Ammettendo di fatto che di errori ce ne sono stati.

Lo stratagemma

Quando ha deciso di sostituire i membri grillini nominati d’ufficio e di insediarsi all’interno della commissione, dunque, Conte aveva altro in mente e, in effetti, già lo si era capito: un membro di una commissione d’inchiesta non può essere interrogato all’interno della stessa. Ci sarebbe un conflitto d’interesse bello e buono ed è una prassi istituzionale giusta nel complesso: ne verrebbe svilita l’Istituzione e la sua credibilità. Il leader del Movimento Cinque Stelle, da ex premier, sapeva già che, in un modo o nell’altro, sarebbe stato chiamato in commissione per essere interrogato, e in effetti così è successo: nella riunione dell’ufficio di presidenza della commissione dello scorso mercoledì, i rappresentanti di Fratelli d’Italia e di Italia Viva hanno fatto di richiesta di ascoltare proprio Conte. Lui, in questo modo, potrebbe facilmente sottrarsi alle responsabilità, in nome di un conflitto di interessi che deve essere evitato. E se la prassi istituzionale è corretta, un po’ meno corretto è il fatto che si permetta, a chi ha evidenti collegamenti con una fattispecie, di entrare nella commissione che indaga e decide proprio sulla stessa fattispecie. Un piccolo vulnus, un piccolo vuoto legislativo che Conte sta per sfruttare a suo favore, evitando totalmente la possibilità di essere chiamato in audizione e di dover dire la sua versione dei fatti sulla pandemia. Versione che potrebbe costargli caro, più caro di quello che si evince già dalla realtà plateale.

Un altro dato che corrobora questa tesi, quella cioè secondo la quale Conte sarebbe entrato in commissione per non essere chiamato in audizione, è la sua omissione della dichiarazione di incompatibilità con la commissione, o quantomeno della confessione di possibili conflitti di interessi. Entro dieci giorni dalla nomina all’interno dell’assemblea, infatti, i suoi membri possono dichiarare le possibili cause di conflitti di interessi. Durante le prime ore di lavoro della commissione, il capogruppo di Fratelli d’Italia all’interno della stessa, Alice Buonguerrieri, aveva dichiarato di aspettarsi che “Conte, che ha dichiarato l’intenzione di collaborare per fare chiarezza e evitare che l’Italia si trovi di nuovo impreparata nella gestione di una pandemia, mantenga fermo ciò che ha affermato ovvero che non vuole scappare”. Inutile dire che l’ex premier ha totalmente ignorato questa prassi e non ha fatto alcuna dichiarazione sulla sua possibile incompatibilità.

Ma gli italiani già hanno capito

Ora, dopo le richieste di Fratelli d’Italia e di Italia Viva, la decisione spetta ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, ma potrebbe già essere tutto inutile: Conte, infatti, potrebbe riuscire a farla franca, riuscendo a sfruttare a pieno e a suo favore quel vulnus. Ma non fa una bella figura, nel sottrarsi a delle responsabilità, a rifiutarsi di esporre la sua visione. Ciò non fa altro che rinforzare i sospetti a suo sfavore: come la sinistra intera ha fatto ostruzionismo rallentando la costituzione della commissione per non andare incontro alle proprie responsabilità, allo stesso modo fa lui, avendo trovato l’escamotage giusto per evitare l’audizione. Ma gli italiani hanno già compreso che, in quei mesi bui e tremendi per l’Italia, qualcosa non è stato fatto come si doveva, e l’hanno dimostrato, più e più volte, dietro le cabine elettorali. Fa quasi pietà: costretto a rintanarsi per sfuggire alla verità.

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