Giuseppi il furbetto: possibile incompatibilità con la commissione sul Covid, Conte tenta di fuggire dall’audizione?

La sinistra ha fatto ostruzionismo nella creazione della Commissione d’inchiesta sul Covid, non presentando fino all’ultimo i propri rappresentanti all’interno dell’assemblea, costringendo i presidenti delle due camere a procedere d’ufficio. La sinistra continua a tentare di fare ostruzionismo, non presentandosi alle prime riunioni: “Oggi – ha raccontato due giorni fa Alice Buonguerrieri, capogruppo di FdI nella commissione – si è tenuta la prima seduta dell’Ufficio di Presidenza della commissione d’inchiesta sul Covid. La prossima settimana approveremo il regolamento e subito dopo inizieremo le audizioni, partendo da chi durante la pandemia ha perso un proprio caro e da chi la pandemia l’ha attraversata prendendosi cura dei tanti malati e servendo le istituzioni, tra cui medici, operatori sanitari, forze dell’ordine. E mentre noi andiamo avanti con i lavori, la sinistra continua a disertare la commissione, un atteggiamento che, da quanto ci risulta, non ha precedenti”. È il totale rifiuto di qualsiasi collaborazione, fatto che – ormai è anche inutile sottolinearlo – non aiuta certo la posizione della sinistra, la cui assenza, dietro la scusa di non prostrarsi a quello che viene definito un “teatrino mediatico”, appare soltanto come una tacita ammissione di colpa. L’auspicio della Buonguerrieri è che possa esserci un ripensamento da parte delle opposizioni  affinché possano dare il loro contributo “alla ricerca della verità”. Ma, avverte, “non sarà certo la scelta politica di alcuni gruppi di non partecipare a pregiudicare o anche solo a ritardare i lavori che proseguiranno speditamente come promesso a tutti gli italiani”.

Il colpo di coda

Tuttavia, non tutto il campo largo ha disertato la commissione. Pd e Avs hanno detto di no, il Movimento Cinque Stelle invece si è presentato, segnando un’altra importante spaccatura in seno alle minoranze, che si fanno sgambetti e opposizione a vicenda. Nei giorni scorsi, infatti, con un colpo di coda, i grillini sono riusciti a ritirare i loro parlamentari della commissione nominati d’ufficio, sostituendoli con, nientepopodimeno che Giuseppe Conte e un suo uomo di fiducia, Alfonso Colucci. Insomma, l’ex premier, grande amante dei Dpcm, ci ha messo dunque la faccia e vuole mostrarsi candido davanti alla Nazione. E ben venga, se ha veramente intenzione di collaborare per ricercare la verità. C’è un però: come fatto notare da La Verità, la scelta di Conte di entrare, all’ultimo secondo, all’interno della commissione d’inchiesta potrebbe essere dettata dal fatto che i componenti della commissione non possono essere chiamati in audizione all’interno della stessa. Un trucchetto, dunque, per nascondersi pur mostrandosi, per apparire in commissione pur evitando di essere interrogato. In attesa di sapere se Conte, a questo punto, sarà dichiarato incompatibile per partecipare ai lavori della commissione, è però evidente che in capo all’ex premier vi è un conflitto di interessi non indifferente: è chiamato a giudicare il suo stesso operato di quando era Presidente del Consiglio. Non il massimo dell’obiettività, insomma.

Voglia di scappare?

Il leader grillino, però, ha del tempo per auto-dichiararsi incompatibile. Buonguerrieri, intervistata dalla Verità, annuncia di voler aspettare “innanzitutto che scadano i termini per le dichiarazioni di incompatibilità”: “Se Conte non si dichiarerà incompatibile – ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia – cosa che voglio escludere accada, valuteremo se sottoporre la questione al presidente della Camera di appartenenza, in questo caso Lorenzo Fontana. Mi aspetto che Conte – ha aggiunto –, che ha dichiarato l’intenzione di collaborare per fare chiarezza e evitare che l’Italia si trovi di nuovo impreparata nella gestione di una pandemia, mantenga fermo ciò che ha affermato ovvero che non vuole scappare”. Dunque la domanda è più che legittima: Conte è entrato nella commissione per aiutare a cercare la verità, come ha annunciato ai quattro venti, oppure solo perché vuole scappare dinnanzi al pericolo, più che concreto, di essere interrogato?

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