Sono terminati i restauri del Vittoriano che, durati dal marzo all’ottobre 2023, hanno ridato splendore alla grandiosa opera, simbolo dell’Unità dell’Italia e degli italiani: “una cattedrale civile, identitaria” secondo il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, giunto all’evento di inaugurazione, “dove affondano le radici della Repubblica e del nostro essere comunità nazionale”.
Completamente rimoderati Altare e fregio, risplende al suo centro la Dea Roma, simbolo anch’essa dell’unità della Nazione. Eretta, secondo il gusto austriaco, con precisa scelta policromatica – alle sue spalle, un mosaico dorato, mentre nelle sue mani posa una statuetta argentea della Dea della Vittoria – la storia della Dea affonda radici già nella fondazione della città: per alcuni Roma sarebbe nipote o addirittura figlia del principe troiano Enea; per altri si tratterebbe di una delle prigioniere troiane di Ulisse che, incendiate le sue navi, avrebbe costretto lo stesso a fermarsi sul colle Palatino. Insomma, qualunque sia la sua origine, Roma è simbolo della plurimillenaria storia dell’Urbe e dell’Italia, centro e fondamento dell’intero mondo Occidentale. I richiami nell’aspetto alla dea greca della sapienza Atena e la presenza sulla sua mano della dea Alata esplicano le virtù della Nazione.
Il restauro è stato anche occasione per mettere in piedi, all’interno del polo museale, un’esposizione dedicata al fregio e al suo autore, il bresciano Angelo Zanelli, che racconti la storia e le vicende dell’erezione. Un gesto dovuto, per mettere in atto una rivalutazione artistica dell’opera e di uno scultore che, secondo la direttrice del complesso Edith Gabrielli, “dopo aver raggiunto una grande fama in vita, poi è un po’ caduto nel dimenticatoio”. Zanelli infatti era molto giovane agli inizi dei lavori, tanto che, come racconta il ministro della Difesa Guido Crosetto, accorso anch’egli all’inaugurazione, “la commissione non ebbe il coraggio di farlo vincere, anche se lo reputava il migliore, tanto da sottoporlo, con l’artista che arrivò secondo, a un giudizio popolare”. Al termine del percorso sarà collocato anche un impianto di realtà immersiva che riprodurrà la cerimonia di inaugurazione dell’opera e che permetterà di osservare nel dettaglio il fregio. “La sala immersiva – spiega Gabrielli – ha un preciso valore scientifico perché consente al visitatore di entrare letteralmente nel fregio, nei dettagli, che da lontano non si possono vedere. E anche di cercare di capire quale dovesse essere l’impressione suscitata dal fregio quando fu montato in occasione dell’inaugurazione nel 1911 dell’intero Vittoriano”.
Il restauro ha toccato anche la Tomba del Milite Ignoto, con la pulitura del marmo, della corona bronzea e dei bracieri della fiamma eterna. Insomma, si tratta di un restauro a tutto tondo, che ha ridato dignità al monumento simbolo della Nazione e dell’Unità. Ha ridato splendore alle statue, alle sculture, alla storia che racconta un’Italia centro nevralgico della cultura e dell’arte occidentale. Si riafferma così, ancora più forte, l’autorevolezza italiana agli occhi dei milioni di turisti che giungono a Roma ogni anno. Inserito nel contesto dei Fori Imperiali, con il Colosseo che si erge alle sue spalle, il Vittoriano racconta e armonizza passato, presente e futuro della Nazione: bellezze romane, grandezza italiana.
Per maggiori informazioni: https://vive.cultura.gov.it/