Con la nomina di Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea, l’organo esecutivo dell’Unione europea si è spostata inevitabilmente a destra, con tutto ciò che questo può comportare. È quello che la sinistra temeva. Ed è quello che la maggioranza Ursula, così come ci eravamo abituati a vederla, ha cercato di combattere, quando ad esempio a luglio scorso si coalizzò di nuovo, aprendosi anche ai Verdi, sotto il nome di Ursula von der Leyen, per cercare di difendere la sua posizione ricoperta nella scorsa legislatura, quella di maggioranza assoluta del Parlamento europeo. Ma lo spostamento verso destra dell’Europa è un effetto inevitabile della chiara indicazione dei cittadini. E non si può contrastare, neppure volendolo, ciò che i cittadini hanno deciso democraticamente dietro le urne.
Il peso dell’Italia sta cambiando le carte in tavola
“Non entro nel merito delle scelte di altri partiti – ha detto al Tempo Antonella Sberna, europarlamentare di Fratelli d’Italia e vicepresidente dell’Eurocamera – ma è evidente che queste posizioni riflettano un cambiamento nell’agenda politica dell’Unione Europea. I cittadini europei, attraverso il loro voto, hanno chiaramente manifestato l’esigenza di rivedere alcune politiche percepite come distanti dalle loro aspettative, come il Green Deal. È un segnale che le istituzioni devono ascoltare, puntando a un equilibrio tra sostenibilità e realismo economico, per rispondere concretamente alle esigenze delle persone”. Si parla dunque di pragmatismo, e non soltanto più di visioni ideologiche: il peso politico dell’Italia e del Governo Meloni, riuscendo a rappresentare a pieno le esigenze dei cittadini, sta spostando il nuovo asset politico dell’Europa verso destra, pur sempre seguendo quello che gli stessi cittadini hanno chiesto. Costringendo verdi e alcune delegazioni tra i socialisti (come quella francese) a fare marcia indietro sulla Commissione von der Leyen: già annunciato il loro voto contrario di fine mese, al contrario di quanto successe a luglio.
Vicenda opposta per Fratelli d’Italia, che a luglio votò contrariamente a quella che sembrava essere partita come la nuova deriva ideologica europea, irrispettosa dell’esito del voto. A fine mese, invece, voterà a favore alla Commissione: “Sul voto alla nuova Commissione Ue esattamente come fu 5 anni fa le diverse delegazioni nazionali del gruppo Ecr valuteranno autonomamente come esprimersi, la delegazione di Fratelli d’Italia sarà favorevole”, ha detto Carlo Fidanza, capodelegazione del partito di Giorgia Meloni a Bruxelles.
E questo perché, come spiegato ancora da Sberna, “le sinergie tra gruppi politici nascono spesso dalla necessità di trovare soluzioni pragmatiche su singoli testi legislativi, e questo approccio continuerà a essere il fondamento di una collaborazione costruttiva con il Ppe”. Partito dei popolari che ha aperto volentieri le porte ai Conservatori, specie nelle singole tematiche, costituendo anche un contrasto, forte (in particolar modo la delegazione spagnola) contro la nomina di Teresa Ribera, socialista spagnola sulla quale gravano possibili conseguenze per i fatti di Valencia.
Il voto contrario di FdI a luglio è servito
È quasi come se la nomina e la conferma di Fitto come vicepresidente della Commissione Ue abbia acceso di nuovo il faro dello spostamento a destra dell’Unione. Un risultato, quello elettorale, che sembrava destinato a rimanere inascoltato, ma che ora invece è rivalutato dalla presenza dell’italiano tra i vicepresidenti esecutivi. A dimostrazione del fatto che, con la serietà, il lavoro e la coerenza di sempre, i risultati arrivano. Si pensava che il voto contrario di Fratelli d’Italia a luglio sarebbe stato un boomerang per la Nazione, come un cane che si morde la coda. Invece proprio da lì è partita la costruzione di una posizione che ha garantito all’Italia un posto di primo piano all’interno della Commissione e, contemporaneamente, sta permettendo all’Europa di dare ascolto finalmente, non senza ritardo, all’esito elettorale di giugno.
Grande vittoria del nostro primo ministro Giorgia Meloni! Avanti così!