‘Una giornata epocale’ ha definito quella di oggi il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove. A partire dall’approvazione in seconda lettura della separazione delle carriere fino ad arrivare alla presentazione della riforma della professione forense, avvenuta oggi alla Camera dei Deputati, Andrea Delmastro, Sottosegretario di Stato alla Giustizia e Responsabile Giustizia Fratelli d’Italia insieme al deputato Marta Schifone, responsabile Professioni di Fratelli d’Italia, non nascondono la loro soddisfazione.
“Una riforma che rappresenta l’attuazione dell’art 24 della Costituzione, fino ad oggi mai applicato. Coloro che avevano il terrore di cambiare la Costituzione laddove doveva essere cambiata, sono anche coloro che non l’hanno mai attuata laddove doveva essere attuata”, ha proseguito il sottosegretario durante il convegno di presentazione del DDL. “Un testo non solo fortemente voluto ma fortemente scritto dagli avvocati, perché le professioni vanno ascoltate e Fratelli d’Italia lo ha sempre fatto, fin dai tempi in cui si trovava all’ opposizione”, ci tiene a specificare Delmastro.
Ma questa riforma vuole essere un grande segnale politico, sottolinea Marta Schifone, “per affermare con forza che l’avvocatura non può essere considerata una professione marginalizzata, come è stato fino ad oggi”.
“Una riforma che nasce dal basso – prosegue – attraverso un processo fortemente partecipativo che ha visto il coinvolgimento attivo di tutti i livelli di rappresentanza. Una fitta interlocuzione , inoltre, ha permesso al Governo di recepire la stragrande maggioranza delle istanze professionali, trasformandole in una delega ampia e articolata. Per Fratelli d’Italia l’avvocatura non è una professione qualunque, ma un pilastro fondamentale del nostro patto sociale e del rispetto dei principi dello Stato di diritto. La riforma si fonda sui principi di libertà, autonomia e indipendenza, valori fondanti che coincidono con i nostri. L’intervento normativo nasce da una duplice esigenza: modernizzare un ordinamento datato al 2012 che presentava elementi obsoleti e dubbi interpretativi, ma soprattutto restituire all’avvocatura quella centralità che le spetta nella agenda politica italiana. Troppo spesso in passato interventi mossi da furia ideologica hanno contribuito al depauperamento della professione, penalizzando soprattutto giovani e donne. La riforma affronta con determinazione le criticità contemporanee, contrastando i divari territoriali, generazionali e di genere che affliggono alcune fasce della professione.
Particolare attenzione è stata dedicata alla disciplina della mono committenza, una realtà che necessitava di un quadro normativo chiaro per garantire maggiori tutele e protezioni. L’intervento prevede inoltre il rafforzamento delle attività esclusive e riservate, la disciplina dell’esercizio in forma collettiva, favorendo aggregazioni e multidisciplinarietà, e una particolare attenzione alle incompatibilità. Il successo di questa riforma – ha concluso Schifone – è il frutto dell’impegno costante del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del Sottosegretario Delmastro che ringrazio e di tutta la squadra di governo, in stretta collaborazione con la Presidenza del Consiglio. La carta costituzionale dell’avvocatura italiana porta la firma del Governo Meloni”.
Un merito riconosciuto anche dal presidente del Consiglio nazionale forense (CNF) Francesco Greco , il quale ha parlato anche di un confronto molto produttivo ed approfondito portato avanti nei mesi con l’onorevole Marta Schifone.
“La precedente legge ordinamentale dei legali – ha proseguito il presidente del Cnf – non era vecchissima, era del 2012, ma non era già più rispondente ai bisogni attuali della categoria. Abbiamo rivisto l’accesso: per diventare avvocati bisogna aver praticato le aule di giustizia e superato le scuole forense. Abbiamo riscritto gli esami di abilitazione, ridisegnato l’esame, tenendo conto dell’aspetto teorico, ma richiedente al giovane lo svolgimento di prove pratiche. Perché – ha concluso Greco – il futuro di un ceto professionale dipende dai giovani ed è su di loro che si è focalizzata l’attenzione di questo nuovo assetto normativo.