Si è entrati in una nuova fase della guerra in Medio Oriente, dopo l’apertura di ieri-1 novembre- del valico di Rafah (ovvero la frontiera internazionale tra l’Egitto e la striscia di Gaza) grazie al quale si è permesso a centinaia di persone di lasciare Gaza. Tra queste persone, ci sono anche quattro italiani (perlopiù, con doppia cittadinanza), che con il via libero dell’Egitto hanno avuto la possibilità di lasciare il pericolo della guerra. Inoltre, come dichiarato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, la Farnesina “sta lavorando per l’uscita di altri con le prossime aperture programmate per domani e nei giorni successivi”.
Tra l’altro, lo Stato egiziano ha comunicato di aver concesso il permesso di ricevere cure nei propri ospedali a 81 palestinesi tra quelli feriti più seriamente, tanto che sono state numerose le ambulanze pronte a raccogliere i feriti, oltre a decine di camion con aiuti umanitari internazionali destinati alla popolazione di Gaza.
L’apertura del valico è di certo un primo ma importante passo per far smuovere l’attuale situazione mediorientale, lanciando anche un messaggio di speranza per chi ancora sta vivendo il conflitto sulla propria pelle.
Stando a quanto riportato dal quotidiano Il Giornale, “fonti diplomatiche hanno lasciato trapelare che fino a 7.500 titolari di passaporti stranieri potrebbero essere autorizzati a passare da Gaza in Egitto nelle prossime settimane per poi lasciare il Paese con voli in partenza dagli aeroporti di El Arish e del Cairo, ma non si hanno ancora conferme né risultano scadenze certe.”
Occorre tuttavia ricordare che questi movimenti in uscita non comprendono gli ostaggi, più di 200, che ha in mano Hamas da quasi un mese- ovvero dal 7 ottobre scorso. Su questo fronte, e anche molti altri, si è già attivato il governo israeliano, con l’obiettivo specifico di annientare in toto l’organizzazione terroristica, e, di conseguenza, liberare anche gli ostaggi.
È una missione difficile e complessa, anche considerando che gli ostaggi vengono tenuti prigionieri in maniera molto oculata.
Una missione che, inoltre, sembra difficile da realizzare in solitudine. Per questo, stando a quanto si apprende, la televisione pubblica israeliana Kan ha riferito che decine di commandos americani sono giunte in Israele nei giorni scorsi per offrire aiuto e consigli, e che l’Fbi, il Dipartimento di Stato Usa ed esperti sarebbero in trattative per il rilascio di ostaggi sono in contatto a tale scopo con gli israeliani.
Si è aperto dunque un nuovo (e speriamo migliore) capitolo del conflitto, non solo grazie alle possibilità di uscita da Gaza per il tramite del valico di Daf, ma soprattutto perché sembra che autorità internazionali stiano cercando di intervenire in maniera diretta sulla questione. Per valutare se questa impostazione sarà proficua, occorrerà attendere. Ma la speranza è che con la ‘scesa in campo’ di nuovi e potenti attori Hamas decida finalmente a mettere un punto alle sue barbare azioni e ad aprire un processo di pace per la ri-stabilizzazione e ricostruzione del territorio.