Il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), guidato da Giorgia Meloni, ha ammesso nuovi eurodeputati eletti nelle ultime elezioni europee, raggiungendo un totale di 83 membri, superando il gruppo guidato da Emmanuel Macron, Renew, che, con la recente perdita di 7 eurodeputati cechi, è sceso a quota 74.
Gli 11 nuovi eurodeputati di ECR sono: i 3 francesi Marion Maréchal, Guillaume Peltier e Laurence Trochu; i cinque rumeni di AUR; il danese Kristoffer Storm, il bulgaro Ivaylo Valchev e il lituano Aurelijus Veryga. Queste nuove adesioni collocano il blocco come il terzo del Parlamento Europeo, dietro ai Popolari con 189 e i Socialisti con 136.
Il gruppo di Meloni è stato escluso questo lunedì dalle negoziazioni per la distribuzione delle cariche, per cui il primo ministro ha messo in discussione l’atteggiamento dei popolari, socialisti e liberali affermando che le ultime elezioni hanno dimostrato un cambiamento del centro di gravità: “Non è il tipo di cambio di ritmo che mi ero immaginata”.
“Non concepisco la democrazia in questo modo e credo che siano questi gli atteggiamenti che hanno allontanato i cittadini europei dalle istituzioni”, ha detto Meloni, definendo come “accordo fragile” quello che pretendono chiudere i socialisti.
D’altra parte, Emmanuel Macron non smette di ricevere brutte notizie. Alla perdita delle elezioni europee contro Marine Le Pen e la perdita di 22 seggi di Renew, si aggiunge la recente uscita di sette eurodeputati cechi dell’Alleanza dei Cittadini Scontenti (ANO), guidati dall’ex primo ministro Andrej Babis.
“Lasciamo Renew perché non possiamo realizzare il nostro programma lì. E non vogliamo tradire i nostri elettori”, ha detto Ondrej Knotek, eurodeputato di ANO che è stato rieletto a giugno. Inoltre, Babis si è riferito alla lotta contro l’immigrazione illegale, l’abrogazione dei motori a combustione interna e la necessità di cambiamenti fondamentali nel Patto Verde come chiavi per la mancanza di sintonia con Renew. “Soprattutto, vogliamo che la Repubblica Ceca rimanga un paese sovrano”, ha sentenziato Babis.
La grande coalizione della maggioranza Ursula è sotto pressione, mentre Giorgia Meloni continua a rafforzarsi in un ruolo di leadership sempre più centrale. L’Italia andrà in cerca di posti chiave nella Commissione Europea, con una strategia che da una parte, almeno apertamente, no prende posizione a favore di un secondo mandato di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea e, dall’altra, continua a negoziare, mantenendo il massimo riserbo sulle sue intenzioni reali.
Il Primo Ministro italiano sta dimostrando che sarà impossibile trovare una soluzione senza il suo accordo e mantiene una velata minaccia di “andare a vedere” il gioco dei rivali, contando le rispettive forze in votazione segreta. I giorni passano velocemente e le trattative sono sempre più frenetiche. Potranno i capi dei 27 Stati raggiungere un accordo il 27 e 28 giugno a Bruxelles?
Si cercherà di ottenere il massimo possibile, massima fiducia nei nostri rappresentanti: certo è che non si può continuare ad ignorare quello che il popolo decide!