Concia non si trattiene e bastona ancora il suo Pd: “A sinistra solo belle parole, Meloni inaugura una stagione del potere femminile senza precedenti” 

“Due donne, due sorelle dal legame molto forte, hanno inaugurato una stagione del potere femminile completamente altra rispetto al passato”. Queste due donne sono Giorgia e Arianna Meloni, e a pronunciare questa frase è l’ex parlamentare dem Anna Paola Concia, in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Foglio”. 

Dopo aver preso le difese delle sorelle Meloni, vittime dei recenti attacchi, Concia torna a parlare di loro, riflettendo sui limiti evidenti della sinistra. “Comandano loro, fra tanti uomini un po’ mediocri. All’interno di un matriarcato totale”. Affermazioni che fanno infuriare i dem, ma che altro non sono, che “la semplice realtà”, riconosce Paola Concia. E poi, rivolgendosi alle finte femministe, sempre pronte a criticare e attaccare Giorgia Meloni, per la sola colpa di essere una donna di destra, ricorda: “Eppure è sotto gli occhi di tutti che a sdoganare tanti traguardi – prima premier donna, prima in un partito di maschi, prima a nominare altre donne ai vertici della pubblica amministrazione – sia la leader di Fratelli d’Italia”. 

Il femminismo sbandierato a sinistra ma messo in pratica a destra

E poi la riflessione sul femminismo, che è il melonismo che la sinistra oggi si può solo sognare, “A sinistra solo belle parole”, rimprovera Concia, “Le donne di destra hanno un’altra leggerezza nei confronti del potere: l’approccio di fare, di cambiare le cose. Senza paura di esporsi in prima persona. Dall’altra parte invece abbiamo Schlein, che per fortuna l’ha fatto e spero possa essere esempio per tutte”. Non c’è però battaglia che tenga, il divario, tra la leader del Pd e Giorgia Meloni, è evidente. Anche sulle modalità di ascesa, dice Concia, “dovrebbe prendere spunto da Meloni”. “Senza Giorgia a Palazzo Chigi, i caporali dem non avrebbero mai permesso una leader donna”. Ecco un’altra dura verità che Concia sferra contro il suo Pd, che predica bene e razzola male. Insomma, Elly è in ritardo e nonostante i disperati tentativi di arrivare, nessuno l’ha ancora vista. A lei, non rimane che la seconda fila. ‘’E’ innegabile che a sinistra le donne siano sempre state relegate in seconda fila. Mentre quelle che cercavano di emergere sono state massacrate”. Così commenta Paola Concia, messa in disparte dal suo stesso partito, un Pd che “Mi auguro esca un giorno dalle sabbie mobili: di galli pronti a ostacolare questa voglia tenace di cambiamento ce ne sono ancora. Perché fanno fatica ad accettarlo, il cambiamento. Non vogliono perdere il proprio status”. I conservatori sembrano essere in vantaggio su tutta la linea, come emerge anche dalle parole della Concia, che definisce i dem, più che reazionari, abituati. Anche sul femminismo, “Tra i conservatori spicca un protagonismo femminile oggettivamente diverso.”, mentre a sinistra continuano a rimanere indietro, ‘’In campo progressista le donne continuano a essere scelte dagli uomini”, ragiona Concia. Lo stesso accade anche al di fuori del territorio nazionale: si pensi a Thatcher, Merkel, von der Leyen, Metsola, Lagarde. Tutte leadership forti e di centrodestra” Questo è il risultato ottenuto da una sinistra che crede ancora che la difesa dei diritti siano le quote rosa, che invece altro non è che la svalutazione più assoluta della donna, che dovrebbe essere giudicata in base al merito e non sul criterio del sesso. A destra, emerge in questo senso una libertà differente, la libertà di essere riconosciute in base al valore, che dimostri: “Meloni invece sostiene che in FdI quote rosa: se sei brava, ti sai districare da un mondo ostile, allora farai strada. Nessuno ha il coraggio di riflettere su questo”. Ha detto ancora Paola Concia, che ci provò. Un’altra intervista che cerca di svegliare Elly e la sinistra italiana, ormai distrutta, riportandola alla dura realtà: gli slogan non funzionano più, servono i contenuti, contro una destra che dimostra ogni giorno di essere libera, fiera e forte.

Veronica Passaretti
Veronica Passaretti
Sono nata il 1/01/2000, esattamente la prima nata del millennio. Da sempre innamorata della politica, tanto da iniziare la militanza in Gioventù Nazionale a 15 anni. Irrimediabilmente affascinata dai valori che il Tricolore rappresenta. ‘’Usque ad finem’’ non è solo il mio motto, ma uno stile di vita. Amante del vino rosso, simbolo di passione, cultura, storia e tradizioni italiane. Istinto, tenacia e una buona dose di testardaggine a completarmi.

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