“Non deve essere andata giù agli ex tre commissari di Condotte, ex colosso nazionale delle costruzioni, la decisione del ministro Urso di revoca dal loro incarico con un maxi compenso di 3 milioni e mezzo ciascuno, al punto tale da chiederne uno ben più alto: 34 milioni. Definiti “poco diligenti” dal titolare del ministero delle Imprese e del Made in Italy per sciogliere criticità relative alla vendita, senza alcuna gara, della partecipazione di Eurolink, società determinante per la realizzazione del Ponte sullo stretto, fanno ricorso al TAR per la loro sostituzione (ricorso ancora pendente e non giunto a sentenza come si è affrettato a pubblicare un certo giornale). Stranamente poi le conversazioni private avvenute tra il ministro Urso, i vertici del ministero e gli ex commissari di Condotte finiscono sempre sulla stessa testata. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca: forse qualcuno tra gli ex commissari, avvelenato per la rimozione, ha ceduto senza il consenso degli interessati le conversazioni al giornale sperando di ottenere risalto? E come mai questa testata non ha pubblicato le dettagliate spiegazioni fornite dal ministero in merito alla dinamica dei fatti? Sull’extra compenso richiesto dagli ex commissari, riteniamo oltremodo soddisfacente quello degli oltre 3 milioni già ottenuti. Al modo di alcuni di spacciare notizie false per vere diciamo di ripassare la deontologia giornalistica: diffondere fake news o intercettazioni private non gli farà aumentare la tiratura”.
Così in una nota Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.