Conferenza stampa di fine anno. Trump, Musk, migranti, lavoro: tutte le risposte di Giorgia Meloni ai giornalisti

La conferenza stampa di fine del Presidente del Consiglio che si è svolta in questi minuti, è stata aperta dalle parole del presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli. Parole che hanno richiamato le presunte censure del governo sulla stampa, ma elogiando il lavoro a sostengo del settore giornalistico. “Un po’ mi stupisce – ha risposto Meloni – che si metta insieme nello stesso intervento l’idea che il governo comprima i diritti della stampa e – citando le parole di Bartoli – “l’opera attenta e tenace di sostegno all’azienda giornalistica” da parte del sottosegretario Barachini, che fa in ogni modo parte del governo stesso. La premier ha risposto anche a chi critica il suo presunto fuggire dai giornalisti: “Nel 2024 ho risposto a 350 domande” ha detto, spiegando di aver scelto “di non partecipare alle conferenze stampa al termine dei Consigli dei ministri” soprattutto perché “Giorgia Meloni al governo non è da sola”, ma collabora con i ministri che parlano dei loro provvedimenti nelle conferenze stampa. Tra gli ultimi interventi in fatto di informazione, la premier ha parlato anche della riforma della diffamazione: “Per le ipotesi di diffamazione a mezzo stampa non è più previsto il carcere – sono assolutamente e totalmente d’accordo – ma una multa”. Multa che riguarda le notizie false divulgate  consapevolmente per diffamare qualcuno: “È un caso limite”, ha spiegato la premier, anche perché “se si pubblica la smentita, il caso è risolto”. Per questo, Meloni ha ritenuto che “non si possa configurare una proposta di questo tipo come un limite alla libertà di stampa”. Si lavora anche sull’intelligenza artificiale e sull’equo compenso per i giornalisti, su cui si dice “a vostra disposizione” rivolgendosi ai presenti. Poi però arriva il monito: “Mi capita di trovare virgolettate sui giornali cose che non ho mai detto e mai pensato, fatti che non sono mai avvenuti. Mi piacerebbe che provassimo a ripartire con un piede diverso: assicuro ancora più rispetto per il vostro lavoro, chiedo maggiore rispetto per il mio lavoro”.

Da Trump a Musk: lo scenario internazionale

Gli ultimi fatti hanno subito stabilito l’attenzione sui rapporti con gli Stati Uniti, a partire dalla liberazione di Cecilia Sala: “Ieri è stata una bella giornata per il sistema Italia” ha spiegato, dicendo che avvertire personalmente la madre dell’imminente arrivo della figlia è stata “l’emozione più grande” dall’inizio dell’incarico. Ringraziando i tanti diplomatici e l’intelligence, ha sottolineato che “non è un lavoro che ho fatto da sola”. Sui rapporti con l’Iran, Meloni ha richiamato alla prudenza: “Il governo è tenuto alla riservatezza”, anche perché “in Iran attualmente sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti”. È intervenuta, Meloni, anche sulle ultime dichiarazioni di Trump, che sarebbe intenzionato a nuovi territori come Panama, Groenlandia e Panama. Confermando gli ottimi rapporti tra Italia e Usa, ha spiegato: “Mi sento di escludere che gli Usa si metteranno a tentare di annettere con la forza” altri territori. “Noi abbiamo già visto Trump presidente” ha aggiunto, spiegando che le dichiarazioni di Trump siano più “un messaggio ad alcuni altri grandi player globali piuttosto che rivendicazioni ostili” nei confronti di quei Paesi. Si tratta di territori caratterizzati, negli ultimi anni, da un maggiore protagonismo cinese, dunque le parole di Trump rientrano “dibattito a distanza tra le grandi potenze”, come a dire che “gli Usa non rimarranno a guardare”.

Meloni ha parlato anche della questione di Space X, dicendosi “colpita” di come “notizie false entrano al centro del dibattito e restano al centro del dibattito anche dopo la smentita”. La premier ha sottolineato che “non è mio costume” fare aiuti agli amici perché l’“unica lente” è “l’interesse nazionale” e non “amicizie o idee politiche di chi deve investire”. Tra l’altro, nel merito della questione, Meloni ha chiarito che “siamo ancora nella fase istruttoria. Per questo non capisco le accuse che sono state rivolte”. Il dibattito, piuttosto, dovrebbe soffermarsi sul fatto che “non ci sono alternative pubbliche” sul tema della sicurezza dei dati, e questo perché “Italia ed Europa non sono arrivate in tempo”. Insomma, “l’alternativa è non avere una protezione di questi dati”. E ha aggiunto: “Non è la prima volta che accade: abbiamo lo stesso problema sui data center. Ma quindi il problema è che Space X è privato o sono le idee politiche di Musk?”. Alle incalzanti domande dei giornalisti su Musk, la leader di Fratelli d’Italia ha spiegato che “di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni ce ne sono molte” e “molte le esprimono contro di me”. Il tema è quando “persone facoltose utilizzano quelle risorse per condizionare le scelte politiche di stati nazionali”, cosa che Elon Musk non fa. “Questo per esempio – ha detto Meloni – lo fa George Soros. E questa sì, la considero una pericolosa ingerenza e quando è accaduto, mi si è parlato di filantropi”. Dunque, “non accetto che si attacchi una lettera scarlatta”.

Migranti, Albania, Piano Mattei, sicurezza

Si è parlato anche di migranti, specie dei centri in Albania: “Le sentenze della Cassazione danno ragione al governo – ha detto –, spetta al governo stabilire i Paesi sicuri e il giudice non può sistematicamente” evitare la legge, ma deve “motivare il caso specifico”. D’altronde, Meloni si è detta stupita che, perfino oltre la sentenza della Cassazione, alcuni giudici hanno continuato a seguire la stessa strategia: “È uno scenario un po’ più complesso di palese volontà di disapplicare” le iniziative del governo, richiamando poi la discrepanza con molti mafiosi che escono di prigione per decadenza dei termini. In ogni caso, si aspetterà la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea: “Ho ragione di credere che la maggioranza dei Paesi dell’Ue sosterrà la posizione italiana davanti alla corte” ha asserito, aggiungendo che “i centri in Albania sono pronti per essere operativi”. Nell’ambito, rientra anche la volontà di allargare il Piano Mattei per “mettere in relazione il piano con gli altri strumenti disponibili”. Piano che si intreccia con il tema della stabilità della Libia e della presenza della Russia, su cui “qualcosa si sta muovendo”. L’annuncio è che la cooperazione, nel 2025, si allargherà a nuovi Paesi africani: Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal. E c’entra anche la questione della sicurezza: il rimando è all’episodio di accoltellamento di diverse persone in Emilia Romagna da parte di un egiziano, ucciso da un maresciallo dei carabinieri: “Ho chiesto all’Arma di sostenere le spese legali per la difesa del maresciallo Masini e intendo chiedere al generale capo dei carabinieri, Salvatore Luongo, di conferire un riconoscimento per il suo valore. Ha fatto il suo lavoro”. E “accade sovente che le forze dell’ordine temano di fare bene il loro lavoro perché” temono di “trovarsi in un calvario giudiziario”. E ancora la questione della cittadinanza: l’Italia è tra i Paesi che concede il maggior numero di cittadinanze, anche ai minori. Ma “c’è una ragione – ha spiegato Meloni – se” politiche come Ius Soli o Ius Scholae “non sono fenomeni diffusi nel mondo”: la cittadinanza di un minore è legata a quella della famiglia, perché in molti Paesi non si può avere una doppia maggioranza. Così, per i minori c’è il rischio di diventare stranieri nei loro Paesi di origine. Un tema da approfondire, piuttosto, è quello di “ridurre i tempi per la cittadinanza quando si ha il diritto di averla”.

Lavoro, tasse, terzo mandato, guerre

Tanti altri i temi affrontati. Quello delle riforme, su cui il tentativo è “andare avanti con determinazione e velocità”. La pienezza delle carceri, con l’obiettivo di “adeguare la capienza delle carceri alle necessità”, annunciando “7mila nuovi posti in 3 anni: il modo serio di gestire la questione non è con amnistie o svuotacarceri”. C’è poi la questione della Sardegna e lo scandalo che coinvolge il presidente Todde: “Non sono il tipo che gioisce” se una maggioranza che vince le elezioni decade per ragioni burocratiche “ma – ha sottolineato anche stuzzicando il suo interlocutore – “è anche la prima volta che non accade…”. La questione del terzo mandato, spiegando che la legge regionale della Campania in merito è stata impugnata perché “riguarda un principio fondamentale” della Costituzione, richiamando la necessità di trovare un accordo unico all’interno della maggioranza. Meloni ha inoltre annunciato di voler porre l’attenzione maggiormente sul taglio delle tasse anche per il ceto medio e, in tema di lavoro, ha commentato positivamente la crescita record dell’occupazione: “Ci sono dati incoraggianti anche per la qualità del lavoro, che è in prevalenza lavoro stabile”. Ma si tratta di una questione sulla quale “non si fa mai abbastanza e il tema del lavoro giovanile è una priorità” del governo. In merito, bisognerà lavorare soprattutto su formazione e orientamento dei giovani: “Il grande problema che abbiamo è il paradosso tra giovani che non trovano lavoro e settori produttivi che non trovano professionalità”. Sulla questione Stellantis, la premier ha ribadito di essere “soddisfatta dell’accordo” con l’azienda, aggiungendo: “Cerchiamo di fare quello che possiamo per avere sempre un approccio a tutela dei lavoratori”. La premier è intervenuta anche sulle indiscrezioni lanciate in estate dal Giornale sulla possibile apertura di indagini giudiziarie in campo a sua sorella Arianna: “Mi ha molto incuriosito questo continuo voler raccontare intorno alla figura di Arianna Meloni cose che non erano vere alla prova dei fatti. Spero che sia una strategia a livello politico di gettare fango su una persona, altrimenti è cialtroneria, che è pure peggio”. E infine i grandi conflitti. Sull’Ucraina, Meloni ha ribadito di voler sostenere “le previsioni che sostiene l’Ucraina”, perché si arriverà a una pace giusta solo quando “l’Ucraina è d’accordo”. Da Trump, Meloni ha spiegato di non prevedere “un disimpegno”: il tycoon ha parlato di “pace con la forza” e Meloni ha “sempre sostenuto in questi anni” che “l’unico modo di costringere la Russia a sedersi a un tavolo di trattative, era costruire una situazione di difficoltà” in capo a Mosca. E “se oggi si parla di pace, è anche perché la Russia si è un po’ impantanata in Ucraina”. In Medio Oriente, Meloni ha spiegato di continuare a lavorare “per il cessate il fuoco e il rilascio degli israeliani rapiti. Il governo italiano – ha aggiunto – è stato uno dei governi che di più si sono occupati sia della salute, sia dei generi di prima necessità, dunque di sostegno umanitario alla popolazione di Gaza”.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Leggi anche

Articoli correlati