Otoliti: è questo il motivo che ha bloccato a letto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e che l’ha costretto a rinviare la consueta conferenza stampa di fine anno. Se il problema c’è e sembra anche più gravoso di una semplice influenza, c’è qualcuno che non aspettava altro per porre in atto delle insinuazioni, o forse anche qualcosa in più, riguardo una presunta fuga del premier dalle telecamere e dalle domande dei giornalisti. L’arrivo della diagnosi ha placato le dicerie, con messaggi di vicinanza e di pronta guarigione anche dai membri dell’opposizione impegnati alla Camera per la discussione sulla legge di Bilancio. Ma c’è chi, dopo aver destato un tale dubbio, non ha fatto retromarcia. Senza neppure scusarsi.
Si parla di Giuseppe Conte. Il leader pentastellato ha infatti pubblicato sui suoi profili social un post tramite il quale palese implicitamente i suoi dubbi nei confronti della teoria “influenza” che ha bloccato a letto il premier. “Giorgia Meloni non ha avuto neanche il coraggio di metterci la faccia, di spendere una parola di spiegazione per i cittadini italiani” scrive Conte, in riferimento alla vicenda della riforma del Patto di Stabilità e Crescita. Secondo il capo dei grillini, analizzando quanto emerge dal suo scritto, Meloni avrebbe evitato la conferenza stampa per paura di un confronto con i giornalisti. Lettura rinvigorita dalle altre parole dell’avvocato del popolo: “Ha annullato – scrive Conte – per due volte la conferenza stampa di fine anno perché influenzata e ha trovato solo il tempo per un video social con l’albero di Natale per farci gli auguri”.
Se a Conte non sono piaciuti gli auguri di Natale, purtroppo nessuno può farci nulla. Ma da qui a insinuare una fuga di Meloni davanti ai giornalisti la strada è lunga, ma Conte l’ha percorsa senza tentennamenti: tutto pur di indebolire il governo. Ma se vogliamo – e lo facciamo – lasciare il beneficio del dubbio al leader pentastellato nell’attese di sue eventuali scuse che già tardano ad arrivare, c’è da ammettere che sussiste in qualche modo l’aggravante della recidiva: solo pochi giorni prima, infatti, Conte aveva pubblicato un video fake in cui lui, interpretando con zelo sé stesso, intervista Giorgia Meloni ponendole delle domande alle quali, apparendo imbarazzata, non risponde. Ovviamente era tutto montato ad arte, quel confronto era solo un sogno di Conte. E proprio come successo con quel video, anche stavolta Conte ha parlato, ha insinuato senza controparte.
In accordo con l’Ordine dei giornalisti, la conferenza stampa è stata fissata per il 4 gennaio 2024, giorno in cui Conte finalmente sarà accontentato. Nel frattempo si attendono le sue scuse al premier, in virtù dell’usanza secondo la quale quando qualcuno sta male, gli si fanno gli auguri: non è politica, ma buona educazione.
Gli psycosinistri sono specialisti nello screditare l’avversario, ed é l’unica specialitá che gli riesce in parte con l’aiutino dei media, nel condizionare le scelte del loro elettorato, e tutto questo nel mero e triste tornaconto, ovverosia rimanere a galla! Cos’hanno prodotto questi soggetti, sul piano creativo,nel corso del passato mandato governativo? Favole, vagheggianti promesse, e tante, tante chiacchiere,sufficienti per ipnotizzare una non indifferente fetta sociale, che al termine é rimasta con un pugno di mosche tra le mani, conseguenza delle promesse irrealizzabili, e ció conclusosi con il provvidenziale termine del mandato di governo di questi impresentabili. Ora ci vogliono riprovare utilizzando i soliti metodi di bassa statura che gli sono consoni da sempre, l’unica arma, cioé la diffamazione, gli sporchi giochetti trasversali affini del loro status, con l’aiutino di qualche manina ai piani alti, amica, nel disperato tentativo di far collassare questo governo, democraticamente eletto. Proprio cosi, é giá accaduto nel passato,ci riprovano gli psycosinistri, hanno fretta di riprendere cio che gli é stato tolto. Il potere!! Il potere, si, ma non per portare a soluzione gli enormi problemi sociali, economici che gravano sul paese, per la maggiore da loro prodotti nel passato dall’enorme sperpero del denaro pubblico, bensí tornare a gestire i loro soliti affari privati e clientelari.