Sul Global Compact for Migration, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si era esposto già il 26 settembre all’assemblea dell’Onu, dicendo che l’Italia avrebbe sottoscritto il documento, ma poi dopo la mobilitazione nazionale lanciata da Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, il Governo giallo-verde si è spaccato. Si è deciso quindi di rimandare a un voto in Parlamento la posizione dell’Italia con tutti i rischi del caso. Infatti, su questo tema, il Movimento 5 Stelle non nasconde di pensarla come il PD e LEU con cui potrebbero trovare un’intesa e votare con una nuova maggioranza la firma del si al Global Compact.
Non a caso Conte lo ribadisce oggi, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano che quell’accordo vuole firmarlo. “Ho ribadito che sono a favore dell’accordo – dice il Presidente del Consiglio – ma non potevo indire un referendum nazionale. Auspico un dibattito in Parlamento ampio e soprattutto informato. Certo, se il si’ non passasse ne prenderei atto: ma ci rimarrei un po’ male…”.
E a dare manforte ci pensa il deputato grillino Brescia che dice all’Adnkronos ” “auspico che si riesca a trovare un punto di caduta con la Lega per non spaccare la maggioranza”. Secondo Brescia il fenomeno delle migrazioni deve essere gestito a livello sovranazionale, “come per l’Ambiente” e spera quindi che la Lega capisca le ragioni e dica si al Global Compact.
Dal canto suo Salvini fa spallucce e resta nella posizione di Ponzio Pilato, ribadendo la sua contrarietà alla firma del trattato, ma comunque lasciando che sia il Parlamento a decidere.
Fratelli d’Italia invece non si dà per vinto. “La Lega prenda atto che sta sostenendo un presidente del Consiglio favorevole al Global compact e che ne auspica la firma. Le categoriche parole di Salvini ci avevano rassicurato, ma evidentemente la posizione ferma del ministro dell’Interno non sembra sufficiente a determinare le politiche del governo sull’immigrazione. Oltretutto, Conte persevera nel rilasciare dichiarazioni alla stampa senza accettare l’invito della gran parte delle forze politiche di avere una indicazione dal Parlamento. L’Italia ogni giorno perde di credibilità internazionale. Rinnoviamo l’invito a Conte di venire in Parlamento e accettarne le determinazioni, ma chiediamo anche alla Lega di trarre le necessarie conclusioni se dovesse prevalere la volontà di sottoscrivere un atto che, di fatto, rende inutile ogni parola o ulteriore azione contro l’invasione clandestina e incontrollata degli immigrati”, ha spiegato il Capogruppo di FDI alla Camera, Francesco Lollobrigida.