Continua la tensione nella zona del Donbass

Ieri, 15 ottobre,  l’addetto stampa del rappresentante di Kiev nel gruppo di contatto sul Donbass, Leonid Kuchma Daria Olifer, ha dichiarato che  l’ Ucraina sarebbe pronta a soddisfare la parte politica degli accordi di Minsk solo dopo lo scioglimento delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk (DPR e LPR)

Olifer ha fatto comparire la sua dichiarazione su Facebook: “La parte ucraina non può non osservare che il prosieguo di un accordo  politico riguardante la questione dei complessi accordi di Minsk,  è possibile solo in via subordinata ai seguenti punti: lo scioglimento dei quasi-gruppi di DPR e LPR, un cessate il fuoco completo, […] il ritiro di forze e di tutte le eventuali risorse lungo l’intera linea di contatto”.

Inoltre, Kiev, secondo Olifer, chiede di organizzare la smilitarizzazione degli insediamenti di Kalmius, Novoazovsk, Sakhank e Kumachovo , e insiste anche che sia garantito il lavoro della Commissione elettorale centrale dell’Ucraina, dei partiti politici ucraini e dei media. Inoltre,  le eventuali tasse pagate dai residenti  dell’area dove si era sviluppata la guerra del Donbass  (piccola porzione dell’Ucraina orientale confinante con la Federazione russa) saranno da considerare nel budget dell’Ucraina .

Il 7 ottobre, conformemente agli accordi di Minsk, il ritiro delle truppe e delle milizie ucraine doveva iniziare in tutta l’area del  Donbass. Tuttavia, le operazioni sembrerebbe che siano già state rimandate per tre volte a causa dei bombardamenti in corso e delle azioni di presunti radicali ucraini. DNR e LC ad orari stabiliti, continuerebbero a lanciare razzi che creano più problemi che danni ma che certamente – nel caso – impediscono il ritiro delle forze in campo. In proposito, il governo ufficiale ucraino non sembra voler prendere provvedimenti e non fornisce nemmeno risposte. Non vi è stata inoltre alcuna chiara reazione ucraina nemmeno alle richieste della missione OSCE.

La data del ritiro delle forze è stata concordata dal gruppo di contatto per il Donbass il 1 ° ottobre, lo stesso giorno in cui è stata firmata la “formula di Steinmeier”, che determina l’entrata in vigore della legge sullo status speciale della regione. La firma del documento ha provocato un’ondata di proteste popolari e condanne da parte dei politici ucraini in tutto il Paese.

Di conseguenza, nelle ore successive, il partito pro-presidenziale “Servo del popolo”, ha negata la firma sulla “formula”, e il presidente dell’Ucraina Vladimir Zelensky, che aveva precedentemente dichiarato il consenso di Kiev al documento, in uno degli incontri con i deputati ha rifiutato ogni commento ed è apparso notevolmente nervoso.

Gli sviluppi potrebbero essere pesanti.

RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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