Cos’è l’empatia?
“La capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Il significato etimologico del termine è “sentire dentro”, ad esempio “mettersi nei panni dell’altro”, ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana ed animale.”
Insomma se devo darti una comunicazione devo dirti la verità, ovviamente, ma nel modo giusto.
Devo comprendere come dirtela e se è il caso di farlo subito o tra un po’. Altrimenti rischio di causare effetti deleteri oltre ogni immaginazione
Questo vale nei rapporti personali ma anche, e forse soprattutto, in quelli istituzionali.
Oggi il Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha dichiarato in un’intervista radiofonica, quindi non in conferenza stampa, come se niente fosse: la fase 2 – quella in cui cominciare, con molta attenzione ad allentare le misure restrittive e far ricominciare molte attività produttive – potrebbe cominciare a metà maggio.
Così. Come se niente fosse.
Un altro mese e mezzo di clausura.
Non so voi ma io quando l’ho sentita ho provato davvero sconforto. Certo che resisteremo, certo che la vita viene prima di un po’ d’aria ma fino a quando potremo sopportare questa situazione? E le attività produttive?
Senza lavoro non c’è futuro, dignità e speranza.
Dobbiamo obbedire alle indicazioni delle istituzioni – pure se vorremmo fossimo rette da persone più capaci e competenti – ma ci vuole anche un condottiero capace di traghettarci, capace di darci forza e speranza. Non di un oscuro funzionario salito agli onori delle cronache che ogni tanto ci dice stiamo andando bene e un attimo dopo che, metaforicamente, moriremo tutti.
Questa vicenda non è uno scherzo. C’è gente che muore davvero, ci sono persone che stanno perdendo i propri cari, ci sono altri che non hanno più un posto di lavoro ma devono continuare a pagare affitti e mutui – e rinviare non ha senso se poi non possono lavorare -, c’è la follia che nasce dal non poter uscire, i decreti schizofrenici e, per chi è più fortunato, il desiderio di una frittura di pesce al mare che sembra ormai solo un ricordo.
E magari la voglia di rivedere gli occhi di una ragazza a cui vuoi dire “ti voglio bene” e non c’è videochiamata che possa riprendere il brillare degli occhi e lo sfiorarsi.
E allora via Borrelli, via Conte, via tutta questa massa di oscuri e mediocri.
Abbiamo bisogno di chi sappia capirci, di chi sappia fare e realizzare e chi, se davvero siamo in guerra, invece di deprimerci sappia darci coraggio e speranza.
Fortunatamente Borrelli non conta niente e quindi chissà quale sarà la verità. Continuiamo a lottare e ne usciremo prima.
Viva l’Italia.