CORONAVIRUS: Borrelli e la mancanza di empatia di un pessimo burocrate

Cos’è l’empatia?

“La capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Il significato etimologico del termine è “sentire dentro”, ad esempio “mettersi nei panni dell’altro”, ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana ed animale.”

Insomma se devo darti una comunicazione devo dirti la verità, ovviamente, ma nel modo giusto.

Devo comprendere come dirtela e se è il caso di farlo subito o tra un po’. Altrimenti rischio di causare effetti deleteri oltre ogni immaginazione

Questo vale nei rapporti personali ma anche, e forse soprattutto, in quelli istituzionali.

Oggi il Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha dichiarato in un’intervista radiofonica, quindi non in conferenza stampa, come se niente fosse: la fase 2 – quella in cui cominciare, con molta attenzione ad allentare le misure restrittive e far ricominciare molte attività produttive – potrebbe cominciare a metà maggio.

Così. Come se niente fosse.

Un altro mese e mezzo di clausura.

Non so voi ma io quando l’ho sentita ho provato davvero sconforto. Certo che resisteremo, certo che la vita viene prima di un po’ d’aria ma fino a quando potremo sopportare questa situazione? E le attività produttive?

Senza lavoro non c’è futuro, dignità e speranza.

Dobbiamo obbedire alle indicazioni delle istituzioni – pure se vorremmo fossimo rette da persone più capaci e competenti – ma ci vuole anche un condottiero capace di traghettarci, capace di darci forza e speranza. Non di un oscuro funzionario salito agli onori delle cronache che ogni tanto ci dice stiamo andando bene e un attimo dopo che, metaforicamente, moriremo tutti.

Questa vicenda non è uno scherzo. C’è gente che muore davvero, ci sono persone che stanno perdendo i propri cari, ci sono altri che non hanno più un posto di lavoro ma devono continuare a pagare affitti e mutui – e rinviare non ha senso se poi non possono lavorare -, c’è la follia che nasce dal non poter uscire, i decreti schizofrenici e, per chi è più fortunato, il desiderio di una frittura di pesce al mare che sembra ormai solo un ricordo.

E magari la voglia di rivedere gli occhi di una ragazza a cui vuoi dire “ti voglio bene” e non c’è videochiamata che possa riprendere il brillare degli occhi e lo sfiorarsi.

E allora via Borrelli, via Conte, via tutta questa massa di oscuri e mediocri.

Abbiamo bisogno di chi sappia capirci, di chi sappia fare e realizzare e chi, se davvero siamo in guerra, invece di deprimerci sappia darci coraggio e speranza.

Fortunatamente Borrelli non conta niente e quindi chissà quale sarà la verità. Continuiamo a lottare e ne usciremo prima.

Viva l’Italia.

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