Stanno arrivando, giorno dopo giorno, gli effetti della pessima gestione della pandemia da parte del governo giallo-rosso, e si faranno sentire, inevitabilmente e ancora una volta, sulla pelle degli italiani. La Verità questa mattina ha lanciato la notizia: il tribunale civile di Roma certifica l’orribile lavoro svolto dalla struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri e che si ripercuoterà sulla presidenza del Consiglio, per un valore di più di 200 milioni di euro.
L’obbrobrio di Arcuri
Tutto parte quando la Jc electronics Italia srl, società con sede in provincia di Roma, che ha concluso un accordo per la fornitura di mascherine con il dipartimento della Protezione civile di Palazzo Chigi. Con la costituzione della struttura commissariale, le responsabilità passano sotto di essa, ed è qui che iniziano i problemi, perché la società sostiene di essersi ritrovata con fatture non pagate e di essere stata costretta a utilizzare risorse proprie per i pagamenti. Inoltre – e qui il nocciolo della questione – alcune mascherine sono state consegnate, secondo il commissario straordinario, senza certificazioni tecniche, malgrado la Jc electronics dichiari di aver ottenuto la validazione dell’Inail e delle Dogane. Dopodiché, la struttura ha chiesto la risoluzione contrattuale e il ritiro delle mascherine, fatto che secondo la società è illegittimo, essendo stata poi costretta a cedere i crediti per coprire i costi. In pratica, risoluzioni illegittime, inadempienze, inefficacia dei Dpi (circa 8 milioni di unità). Arcuri si è appellato alla mancata validazione del Cts, ma poi si è scoperto che il Comitato rifiutò i dispostivi per “un difetto di comunicazione interna tra uffici”. Un’obbrobrio enorme, insomma.
Filini (FdI): “Faremo luce in commissione”
L’accusa ritiene che Arcuri abbia favorito un circuito esclusivo, arrivando a pagare 800 milioni di mascherine a un prezzo di circa 1,2 miliardi di euro. Molte ricostruzioni, poche prove. Ma il danno è fatto: il costo per lo Stato sarà di 203 milioni di euro, più interessi e spese legali. A dimostrazione della terribile fallacia di quella struttura commissariale e della totale impreparazione di quei mesi. “Quanto pubblicato oggi da La Verità in prima pagina – ha commentato Francesco Filini, deputato di Fratelli d’Italia e componente della commissione Covid – conferma che la gestione dell’epidemia Covid dal governo a guida Pd e Movimento 5 stelle è stato un gigantesco sperpero di denaro pubblico di cui adesso a pagare le conseguenze saranno gli italiani“. Ora sarà il Governo a dover ricoprire i danni dell’accozzaglia giallo-rossa: “Questa – ha infatti aggiunto Filini – la devastante eredità di Dem, 5 stelle e della struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri, su cui la Commissione d’inchiesta Covid dovrà fare piena luce“. E annuncia battaglia fin da subito: “Già nella seduta di domani mattina chiederemo al presidente Lisei di acquisire tutti gli atti relativi alle commesse e procedere – ha concluso – con un ciclo di audizioni”.