Covid, 4 dirigenti della Sanità a processo: “Non aggiornarono il Piano pandemico”

Il giudice per le indagini preliminari di Roma ha disposto l’imputazione coatta per quattro dirigenti ed ex dirigenti del ministero della Salute per rifiuto di atti d’ufficio sul “mancato aggiornamento del Piano pandemico 2006” e “l’omessa definizione dei piani di dettaglio”. L’accusa è di non aver aggiornato il piano pandemico dell’Italia per anni, lasciando il Paese impreparato all’arrivo della pandemia. L’imputazione coatta arriva dopo la richiesta di archiviazione della Procura di Roma. Ora i pm, entro dieci giorni, dovranno formulare un’imputazione per rifiuto d’atti d’ufficio nei confronti di quattro alte cariche della Sanità ai tempi del Covid. Il processo nasce da uno stralcio dell’inchiesta di Bergamo sul Covid (riguardante la prima fase dell’emergenza) trasferita per competenza a Roma, partita da un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2020 (presentato e poi ritirato) che accusava l’Italia di essere poco preparata ad affrontare il Covid-19. Il rapporto denunciava la mancata applicazione del piano pandemico e la gestione “caotica e creativa” della pandemia. 

I legali delle vittime: “Grande risultato”

Esultano i legali che rappresentano le famiglie delle vittime di Covid: “È un grande risultato per noi quali legali di centinaia di familiari delle vittime e un pezzo di verità riconosciuta e di rispetto e dignità che viene ridata a quei corpi accatastati cui è stata negata anche la dignità della sepoltura”. Gli avvocati sottolineano che l’imputazione coatta “riapre la partita delle responsabilità sulla gestione della pandemia in Italia, dopo le archiviazioni del Tribunale dei ministri” ed è “conseguente all’opposizione all’archiviazione presentata a suo tempo da alcuni dei familiari delle vittime del Covid dell’Associazione #Sereniesempreuniti che da 5 anni lottano per la verità attraverso i legali del team”. Le archiviazioni si riferiscono all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e all’ex ministro della Salute Roberto Speranza nell’inchiesta sulla gestione della prima fase della pandemia in provincia di Bergamo. 

FdI: “Proseguiremo nella ricerca della verità”

Attraverso una nota Fratelli d’Italia ribadisce l’importanza della commissione Covid voluta dal partito di Giorgia Meloni per fare luce su eventuali errori commessi durante il periodo emergenziale in modo da non ritrovarsi impreparati in futuro: “L’imputazione coatta decisa dal Tribunale di Roma per il mancato aggiornamento del piano pandemico conferma quanto noi, come Fratelli d’Italia, abbiamo sempre denunciato: l’Italia era impreparata ad affrontare la pandemia di Covid a causa dell’inadempienza dell’allora Governo. Lo stesso Governo che ha nominato i dirigenti oggi imputati nel Cts, l’organo che ha guidato il Paese durante quella difficile stagione storica. La commissione Covid, fortemente voluta da Fratelli d’Italia al netto dell’ostruzionismo della sinistra, oltre a indagare finalmente in modo approfondito e senza censure su diversi aspetti della pandemia, sta contribuendo a mantenere viva l’attenzione su quei drammatici errori. Seguiremo con attenzione gli sviluppi giudiziari e proseguiremo nella ricerca della verità”. Così i parlamentari di Fratelli d’Italia componenti della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. 

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Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

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