Le parole di Mark Zuckerberg, proprietario dei maggiori social network al mondo, da Facebook a Instagram e anche l’app di messaggistica istantanea Whatsapp, hanno dato il via a un putiferio. Parole pesantissime quelle del patron di Meta, che portano a galla delle verità taciute per tanti, troppi anni: le censure dell’amministrazione Biden durante la pandemia.
I precedenti
Già a fine agosto, il Ceo aveva spiegato alla CNN che “alti funzionari dell’amministrazione Biden, tra cui la Casa Bianca, hanno ripetutamente fatto pressione sui nostri team per mesi affinché censurassero determinati contenuti sul Covid-19, tra cui umorismo e satira”. Pressioni che si sono intensificate nel 2021: “La pressione che ho sentito nel 2021 era sbagliata e sono arrivato a rimpiangere che la nostra azienda non sia stata più schietta”. Ma se vogliamo parlare di denunce passate, Zuckerberg nel 2022 aveva anche spiegato come i media vicini ai democratici avevano scelto di censurare la notizia su un presunto scandalo legato a Hunter Biden, figlio del presidente uscente Joe, pochi giorni prima della chiamata alle urne. Una notizia che avrebbe potuto avere un peso rilevante nel voto e che avrebbe potuto portare alla sconfitta di Biden nel 2020 a favore di Trump. La notizia fu bollata come disinformazione russa e Twitter, allora non ancora di proprietà di Elon Musk, arrivò addirittura a bannare il profilo del New York Times, che lanciò lo scoop.
La rivelazione: “Minacciavano ripercussioni”
Ospite nel podcast di Joe Rogan, Zuckerberg è tornato a denunciare le censure dei democratici. Questa volta riguardano Covid e vaccini: “Durante l’amministrazione Biden, quando cercavano di lanciare il programma di vaccinazione, mentre cercavano di promuovere quel programma, cercavano anche di censurare chiunque sostanzialmente si opponesse ad esso. E ci hanno pressati molto forte per eliminare cose che, onestamente, erano vere. Fondamentalmente ci pressavano e dicevano: “Qualsiasi cosa dica che i vaccini potrebbero avere effetti collaterali, in pratica dovete rimuoverla”. Dichiarazioni shock, che forse confermano ciò che tutti noi abbiamo quantomeno sospettato nel corso degli ultimi anni. Gli algoritmi hanno avuto una certa tendenza a “favorire” alcuni tipi di notizie, censurando altri. Zuckerberg si è anche appellato al Primo Emendamento: “Non penso che le pressioni affinché le società di social media censurassero i contenuti fossero legali. Il Primo Emendamento si applica al governo. Questo è il punto: al governo non è consentito censurare queste cose. Quindi, a un certo livello, penso che sì, avere persone nell’amministrazione che chiamano i ragazzi del nostro team e urlano contro di loro, imprecano e minacciano ripercussioni se non eliminiamo cose che sono vere, è piuttosto brutto”.
FdI: “La sinistra ha sempre taciuto”
Così la notizia: Facebook ha eliminato il fact-checking e i programmi di diversità e inclusione. Notizia accolta con favore da Donald Trump: “Penso che Meta abbia fatto molta strada, l’uomo (Zuckerberg, ndr) è impressionante”. Anche dall’Italia arrivano commenti positivi: “Oggi la sinistra strepita contro Musk. Eppure, per proprio comodo quella stessa sinistra ha a lungo taciuto sui comportamenti di magnati e proprietari dei social. Lo ha fatto, ad esempio, con Zuckerberg, il quale oggi denuncia fatti gravi, ossia le pressioni ricevute dall’amministrazione Biden per censurare notizie scomode sul Covid e per limitare la libertà d’espressione. Simili ingerenze avvenivano, attraverso l’algoritmo unico, in tutto il mondo, Italia compresa”. Lo ha dichiarato Marco Lisei, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. “Infatti – ha aggiunto – ricordiamo bene quel periodo, quando cosiddetti ‘fact-checker’ censuravano contenuti riguardo al Covid su commissione dei loro amici politici progressisti, finendo persino per bannare profili di esponenti di destra. Almeno Elon Musk non ha mai censurato nessuno e non risulta abbia manipolato gli algoritmi del suo social. Lui predica la libertà e parla in libertà, dimostrando di essere coerente al contrario della solita sinistra italiana ipocrita”.
Dello stesso parere anche Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione: “Finalmente oggi Meta ha deciso di togliere il bavaglio a chi per troppo tempo è stato privato della libertà d’espressione. Dobbiamo continuare a operare affinché tutti i tabù e le censure, tanto cari alla sinistra, siano completamente superati e archiviati tra le tante tristi storture di uno dei periodi, quella della pandemia, tra i più opachi della storia della Repubblica. Fratelli d’Italia non intende arretrare, vuole fare chiarezza fino in fondo”.