Il Superbonus continua a fare danni. La sua ingerenza, il suo peso da “macigno”, così più volte definito dai membri della maggioranza e dallo stesso presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, continuano a farsi sentire sul debito pubblico. La fallimentare misura targata Movimento Cinque Stelle e ancora strenuamente difesa dal “partito dell’onestà” non solo ha già creato un buco da 140 miliardi di euro nelle casse dello Stato pari a ben quattro leggi di Bilancio, ma i suoi numeri adesso continuano ad aumentare e a superare tutte le stime fatte quest’anno. Se infatti il Documento di Economia e Finanza stilato in primavera aveva sperato in una frenata degli extracosti del Superbonus intorno ai 14 miliardi di euro, ponendo fiducia nel decreto di inizio anno, già la Nota di aggiornamento del Def di settembre aveva dovuto aggiornare le cifre, addirittura più che raddoppiandole: ben 36 miliardi di euro. Sembrava già tanto, ma il conto che gli italiani dovranno pagare è cresciuto ancora: secondo le stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze, andranno aggiunti tra i 20 e i 23 miliardi di euro di extracosti, per arrivare a un totale di 56-59 miliardi, con un sorpasso netto rispetto ai 56 miliardi di euro raggiunti lo scorso anno. Le cifre porterebbero a un ulteriore aumento del deficit di un punto percentuale del Pil, nonostante la soglia già stimata al 4,3% nel Def di aprile e aggiornata al 5,3% nella NaDef di settembre. Oltre i numerosi sprechi delle politiche del governo giallo-rosso, dai bonus monopattini ai banchi a rotelle fino ai miliardi di euro spesi in mascherine inesistenti, il Superbonus continua a fare danni a dir poco ingenti. Secondo Fazzolari, ospite ieri a “Cinque Minuti” di Bruno Vespa, è il Superbonus “quello che aggrava le casse dello Stato e ci rende meno forti in Europa”. Malgrado le consistenti difficoltà, il governo Meloni è riuscita, per il secondo anno di fila, a far quadrare i conti con una legge di Bilancio capace di sostenere chi è più in difficoltà. Ma proprio dalle menti che hanno creato questa misura, arrivano le critiche alla stessa Manovra, definita “austera”, con continue prese di posizione in favore del Superbonus, considerato uno strumento utile “per risollevare l’economia del Paese dalla pandemia”. Ma la verità è ben altra, poiché senza quel fardello da 140 miliardi di euro (e – come si è visto – in costante aumento), oggi la Manovra avrebbe potuto mirare a una maggiore crescita della Nazione. E c’è dell’altro, perché il Superbonus continuerà a farsi sentire anche su bilancio degli anni a seguire, complici i crediti d’imposta che saranno utilizzati dai beneficiari. Morale della favola: le politiche degli sprechi del Movimento Cinque Stelle continuano a fare danni anche a distanza di anni, e c’è ancora chi le difende e le rivendica.