Crisi Natalità: la linea del Governo Meloni a favore di donne e famiglie 

L’Italia sta sperimentando oramai da anni una forte crisi di natalità. La diminuzione delle nascite è allo stesso tempo causa è conseguenza di altre problematicità del nostro Paese.

Perché, da un lato, se la natalità diminuisce, allo stesso modo diminuisce anche la popolazione in età di lavoro, con una conseguente crisi nel settore del lavoro e quindi dell’economia del Paese. Infatti, l’invecchiamento della popolazione porta a una diminuzione della popolazione attiva e unitamente a ciò un aumento della spesa previdenziale, assistenziale e sanitaria.

Ma dall’altro lato è lo stesso clima di incertezza generale che stiamo vivendo che non consente alle famiglie di crescere e che le pone in una condizione svantaggiata.

Il calo demografico quindi è una delle tematiche a cui va prestata la giusta attenzione, perché è un fattore che mette a rischio la tenuta dell’intera società.

Come un circolo vizioso accade che per meno nascite ci sia meno lavoro, con un conseguente un ristagno della stessa economia italiana.

In linea generale, il contesto italiano vede una speranza di vita al 2070 pari a 87 anni per gli uomini e a 90,9 anni per le donne, un tasso di fecondità al 2070 pari a 1,52 e un flusso netto di immigrati di circa 213 mila unità medie annue.

È dunque vero che stiamo assistendo ad una carenza di risorse sia umane che lavorative, ed è anche vero che a ciò occorre porre subito rimedio.

Ma piuttosto che percorrere la strada dell’immigrazione come unica soluzione a questo problema, il Governo intende attuare delle politiche volte ad aumentare la natalità e ad incrementare il tasso di occupazione in generale, e quello femminile in particolare.

Perché è vero che le analisi dimostrano un impatto positivo dell’immigrazione, in quanto l’effetto è significativo sulla popolazione residente in età lavorativa e quindi sull’offerta di lavoro, ma occorre pur sempre ricordare che i flussi migratori non controllati comportano anche molte altre questioni complesse a livello nazionale e internazionale, tra cui la diffusione di terrorismo, criminalità e illegalità.

Il Governo Meloni intende quindi puntare sia sullo sviluppo di politiche a favore della famiglia sia su misure che producano un aumento dell’occupazione, superando il gender pay gap così da raggiungere lo stesso tasso di occupazione tra uomini e donne.

Infatti, la correlazione positiva tra occupazione femminile e livello del PIL è ormai stata stimata da numerose organizzazioni internazionali: più donne al lavoro significa maggiore produzione e creazione di valore aggiunto che si converte in PIL. E quando si tratta di donne istruite almeno quanto gli uomini questo implica un livello di valore aggiunto ancora superiore. Per cui non si tratta solo di livello di PIL, ma di crescita.

In aggiunta a ciò, l’occupazione femminile si associa anche a maggior tasso di fecondità.

Come diceva Amartya Sen, premio Nobel in economia nel 1998: “Accrescere le opportunità delle donne non significa soltanto aumentare la loro libertà e il loro benessere, ma ha effetti sulla vita di tutti”.

Anche Fratelli d’Italia e il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sono convinti che ad una maggiore occupazione femminile consegue una riduzione delle povertà e dei rischi di crisi economiche. Attraverso l’adozione di politiche a sostegno delle donne sarà dunque possibile contribuire a risollevare gradualmente il nostro Paese da tutti quei problemi per i quali ancora oggi soffre in maniera drammatica.

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1 commento

  1. Da tanto tempo volevo sentire provvedimenti e parole a sostegno e incentivo della natalità italiana. Presidente, grazie, io sono un anziano ex insegnante, ma ho figli e desidero che l’Italia si riempia di culle e non di stranieri. Piccolo consiglio: si dia meno voce alla Sinistra in televisione: vogliamo sentir parlare chi la pensa come noi.

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