Crisi USA – Iran: massima allerta per i militari italiani all’estero

In seguito al raid USA che ha portato all’uccisione del Generale iraniano Soleimani,  la Difesa innalza ovunque le misure di sicurezza dei contingenti, blindando le basi e limitando al minimo gli spostamenti, ma «nessun disimpegno è allo studio» fa sapere Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, chiudendo qualsiasi ipotesi di dibattito nel governo rosso-giallo sulla permanenza all’estero dei circa 6.000 militari italiani impegnati in missioni internazionali. Lo riprende il Messaggero a facendo il punto sulla situazione dopo il raid americano a Baghdad, che ha portato all’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, alla violentissima reazione di Teheran e alle minacce del mondo sciita contro le forze occidentali in Iraq e Libano, però l’allerta per i nostri soldati è massima. Guerini, in contatto con il capo di stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli, ha chiesto informazioni al Comando Operativo di Vertice Interforze (Coi) sui contingenti nazionali presenti nei vari teatri operativi e ha ordinato di alzare le misure di sicurezza.

Il motivo dei rischi cui è esposta l’Italia, li ha spiegati all’ANSA il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica.

“Per la prima volta – ha affermato il generale – target dei raid Usa è stato non un ‘semplice’ terrorista, ma ma un personaggio politico di altissimo spessore. Ed avere attaccato il livello politico dell’avversario vuol dire avere innalzato l’escalation ad un gradino dove non si era mai arrivati prima. E’ stata varcata la linea rossa e non sappiamo cosa c’è dietro”.

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