“La via italiana è da una parte una via intima, profonda, propria dell’identità nazionale e dall’altra una via realizzata su impulso del governo guidato da Giorgia Meloni. La destra italiana è in prima linea nella difesa delle tradizioni, della letteratura, della cultura, dell’architettura, ma anche nella difesa della donna e della natura umana. Con la legge sulla maternità surrogata, reato che abbiamo reso universale, intendiamo infatti tutelare il corpo della donna, tema che, per una parte della sinistra, non è più rilevante. Non è un caso che il mondo femminista in Europa si stia spaccando. Ritengo, inoltre, che architravi fondamentali della cultura della destra italiana siano la libertà di espressione, di parola, di cultura, di memoria politica, che sono spesso nel mondo messe a repentaglio dalla cancel culture che vuole imporre la sua folle e illiberale ideologia.
Credo tuttavia che l’Italia, a differenza di altre nazioni, abbia già nel suo popolo gli anticorpi contro la cultura woke e contro la diffusione della cancel culture. Ora, grazie al governo di Giorgia Meloni e alla sua credibilità e autorevolezza internazionale, la via italiana della destra di Fratelli d’Italia sta diventando un modello e un riferimento a livello internazionale. Reputo anche molto positiva l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. In America milioni di cittadini non comprano più prodotti commerciali realizzati da aziende che aderiscono alla cultura woke e che impongono quote sulla base del sesso, del colore della pelle e del genere: è in atto una rivoluzione culturale e sociale molto importante da parte di moltissime persone che si sono stufate dei dettami del green e di una cultura di sinistra che è contro la storia e l’identità nazionale. La sinistra ha contribuito infatti all’autoflagellazione dell’Occidente e ha contribuito con le sue politiche nichiliste ad accentuare lo scontro tra le classi agiate e quelle più povere”.
Lo ha detto alla festa di Atreju Alessandro Amorese, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura alla Camera, durante il panel di presentazione del libro “Il follemente corretto. L’inclusione che esclude e l’ascesa della nuova nuova élite” di Luca Ricolfi.