Da Caivano allo ZEN: lo Stato riparte dalla scuola per formare i cittadini del futuro

In una delle giornate più evocative per la storia recente del nostro Paese, le istituzioni decidono di compiere un gesto concreto, fondamentale ora più che mai per far capire ai cittadini che lo Stato non è una entità astratta e lontana, ma è fatto di persone che giorno dopo giorno si impegnano per costruire una Nazione migliore, più forte e più giusta.

Ed è esattamente in questa ottica perciò che si inserisce la visita odierna del Sottosegretario all’Istruzione, On. Paola Frassinetti, e della deputata di Fdi, On. Carolina Varchi, che si sono recate in mattinata all’Istituto Comprensivo Giovanni Falcone, nel quartiere Zen del capoluogo siciliano- forse una delle zone più complesse e complicate da gestire (e da vivere).

Una visita che ha voluto essere non solo simbolica, ma che ha mandato un messaggio diretto alla comunità locale: lo Stato c’è, e sta facendo del proprio meglio per non lasciare indietro o isolato nessuno dei suoi cittadini.

Il fatto dunque che sia stata scelta proprio la scuola Falcone a ZEN, un quartiere complesso, difficile da gestire anche sotto il profilo della amministrazione ordinario, fa capire bene come le esigenze e i bisogni del popolo siano davvero al primo posto nelle decisioni assunte a livello governativo.

E oggi vi è stata l’ennesima dimostrazione di questo incessante lavoro portato avanti dall’esecutivo Meloni. Tant’è che Varchi e Frassinetti hanno colto questa occasione proprio per ascoltare i diretti interessati, lasciando parlare le famiglie, gli insegnanti e i ragazzi del territorio, che in un certo senso hanno aperto il proprio cuore e hanno lanciato un appello affinché non vengano lasciati da soli nelle difficoltà che quotidianamente devono fronteggiare.

Una testimonianza ha colpito in particolar modo tutti i presenti, scatenando un fragoroso applauso finale: è stata quella di Daniel, studente delle medie, che ha voluto rivolgere un suo pensiero alle due rappresentanti della Repubblica, enfatizzando il fatto che lui stesso crede che la scuola sia importante perché forma i cittadini del futuro. E che il rischio è che “se non si punta sulla scuola, si rischia che i ragazzi non sappiano cosa sia la legalità, cosa siano le leggi, e possano quindi prendere delle strade pericolose”. 

Nel corso della mattinata, dunque, le due parlamentari non hanno parlato dall’alto, ma hanno ascoltato il popolo nel modo più vicino possibile. Senza filtri, senza barriere, ma offrendo un supporto concreto, e assumendosi in prima persona la responsabilità di portare avanti le istanze dei cittadini.

Oggi dunque la presenza delle istituzioni in luogo difficile, e spesso addirittura maltrattato dai suoi stessi abitanti, rappresenta un segnale concreto dell’impegno dello Stato di essere al fianco di tutti.

Ed essere presenti in una scuola è il migliore segnale che si potesse mandare: perché è dalla scuola che si costruisce il futuro, è la scuola il cuore primario e pulsante di ogni comunità.

È fondamentale investire nella scuola, a 360 gradi. Laddove investire non significa solo intervenire sulle infrastrutture- seppur fondamentali- ma significa restituire valore alla funzione educativa, ridando dignità agli insegnanti, autorevolezza alla scuola, e possibilità agli studenti.

Ed è esattamente per questo che il Governo Meloni ha fatto partire proprio dalla scuola la sua rivoluzione culturale: investendo nella educazione civica, attuando politiche forti per il contrasto alla dispersione scolastica, e contribuendo alla diffusione della cultura della legalità in maniera sempre più incisiva.

In modo che la scuola non rappresenti più un luogo punitivo, ma un laboratorio di cittadinanza e responsabilità.

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