Venezia, essendo una perla lagunare attraversata da canali, è tra le altre cose celebre anche per i suoi ponti, ognuno dei quali, noto o meno, racconta una sua particolare storia. Tra i più conosciuti c’è senz’altro il cosiddetto Ponte dei Sospiri, edificato all’inizio del XVII secolo su progetto dell’architetto Antonio Contin, nipote di Antonio Da Ponte, costruttore dell’altrettanto conosciuto e simbolico Ponte di Rialto.
Situato nel cuore di Venezia, a pochi passi da piazza San Marco, il Ponte dei Sospiri, maestoso emblema di architettura barocca, presenta facciate bianche in pietra d’Istria finemente decorate, su cui spiccano in alto, il bassorilievo raffigurante la Giustizia affiancato da due leoni e più in basso, con ai lati due finestre, lo stemma del Doge Marino Grimani, committente del lavoro. Che, è spiegato sul sito di Palazzo ducale, è stato realizzato contestualmente al rinnovamento delle carceri messo in atto in seguito ad un devastante incendio che procurò gravi danni nel 1577.
La struttura collega, guardando dall’alto il rio di Palazzo, le Prigioni Nuove con Palazzo Ducale e all’interno è divisa in due stretti corridoi separati da uno spesso divisorio in muratura. E’ l’unico ponte della città completamente chiuso, per evitare fughe dei carcerati che vi venivano fatti transitare. Qualcuno, comunque, riuscì nell’impresa di evadere dalle terribili carceri veneziane: è Giacomo Casanova, imprigionato nel luglio del 1755 ed fuggito nel novembre dell’anno successivo.
Il significativo nome, che tradizione vuole sia stato coniato ed usato per la prima volta dal poeta inglese Lord Byron nell’Ottocento, deriva dal fatto che, essendo utilizzato, come già accennato, ai tempi della Serenissima per portare a giudizio i prigionieri, costoro mentre lo attraversavano emettevano profondi e disperati sospiri nel timore di perdere per sempre la loro libertà e la possibilità di vedere il mondo al di fuori delle celle in cui avrebbero trascorso, con tutta probabilità, un lunghissimo periodo della loro vita (se non addirittura tutta).
Forse per mitigare, in qualche modo, la malinconia della triste funzione di passaggio dei carcerati, si è in seguito diffusa una leggenda che ha tinto di romanticismo il Ponte dei Sospiri. Si dice infatti che, se passando sotto il Ponte in gondola insieme al proprio amato o amata ci si scambia un bacio quando il campanile di San Marco fa rintoccare le sue campane, si conquista l’amore eterno.
Qualunque sia l’interpretazione che si preferisce, trovarsi ad ammirare il Ponte dei Sospiri, magari illuminato da un raggio di sole, è un’esperienza che merita di essere fatta almeno una volta nella vita. Un’esperienza che, ancora una volta, esprime al massimo grado la bellezza incantata della nostra Italia.