“La morte del generale Dalla Chiesa, a quarantadue anni dall’eccidio di via Carini, rappresenta ancora – oggi come allora, più di allora – quell’urlo potentissimo della società civile contro la mafia, i suoi manutengoli e fiancheggiatori, i suoi sicari. Mai e poi mai si dovrà obliare la memoria e il gesto solenne di chi, consapevole di essere ‘condannato a morte’, ha scelto di continuare per la strada della lotta, della giustizia, della libertà. Dalla Chiesa è uno di quei personaggi simbolici densi di significato storico e sociale, ricordarlo quindi, è parte di quel processo di costruzione dell’idea legalitaria che deve reggere il sentimento degli italiani. Il 3 settembre non va letto pertanto come momento di semplice commemorazione, bensì come ‘rito religioso’ di raccoglimento attorno ai nomi di Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo, laddove la ‘speranza dei siciliani onesti’ deve ergersi come inno che grida il suo no alla mafia, il suo no alla connivenza e all’omertà, il suo no alla sacrilega filosofia della morte. Come cittadino, militante e senatore della Repubblica mi allontano da ogni forma di retorica da passerella e auspico per contro, la costruzione di un’identità storica quale tessuto connettivo della nostra società. Per sempre, onore ai caduti di via Isidoro Carini”.
Lo ha dichiarato il senatore Raoul Russo, componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.