Dazi, Giorgia Meloni è la chiave per evitarli. Anche l’Ue spera in lei

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca sta già portando delle enorme differenze per gli Stati Uniti rispetto al suo recente passato. Non solo per gli ordini firmati pochi minuti dopo il suo giuramento, il 20 gennaio, ma anche per le prime scelte in fatto di sicurezza interna e di economia. Le prime stanno portando enormi cambiamenti, con le “esportazioni di massa” che il tycoon ha organizzato per rimpatriare i migranti clandestini giunti negli Stati Uniti in questi anni e mandando all’aria la politica di tolleranza messa in atto in questi ultimi quattro anni dall’amministrazione di Joe Biden. Le scelte economiche, invece, potranno avere un certo risconto sul resto del mondo: si è in attesa per sapere quali Stati saranno colpiti dai dazi.

Trump: “Meloni mi piace molto, vediamo cosa succede”

È arrivata su tutti i quotidiani la notizia secondo cui Trump potrebbe di fatto evitare l’Italia grazie soprattutto al forte legame creatosi con la nostra premier, Giorgia Meloni. “Mi piace molto, vediamo cosa succede” ha affermato nelle scorse ore. La possibilità è che l’Italia potrebbe quindi non rientrare nell’elenco di Paesi ai quali gli Stati Uniti applicheranno dei dazi. Potrebbe essere così, d’altronde, anche per la Cina: “Abbiamo un grande potere sulla Cina e sono i dazi. Non li vogliono. Preferirei non doverli usare ma sono un potere forte” ha spiegato. Ma torniamo a Meloni. La leader di Fratelli d’Italia è riuscita a entrare nelle grazie del nuovo presidente americano. La presenza all’Inauguration day, prima ancora la visita inaspettata a Mar-a-Lago, le belle parole spese dal tycoon a Parigi, il tramite di Elon Musk. Meloni, insomma, ha saputo creare un ponte indiscusso tra il nostro Paese e gli Stati Uniti, ha saputo fortificare relazioni già stabili basandosi anche sulle comunanza di appartenenza politica. E un’analisi del Financial Times conclude quello che viene detto da tempo e negato soltanto da chi non vuole ammettere la verità: nelle relazioni con l’alleato americano, Giorgia Meloni può essere una speranza non solo per l’Italia, ma anche per l’Europa intera. A Bruxelles viene vista come “un canale di comunicazione” con la nuova direzione della Casa Bianca.

Europa in ritardo, Meloni è il ponte con gli Usa

Meloni ha così risvegliato l’Europa, ha posto l’attenzione di Bruxelles sul nuovo asset globale, che si è spostato definitivamente a destra, dalla parte dei conservatori, e ha linee guida chiave: combatte l’ideologia woke, combatte le follie green, protegge l’economia dalle tasse e dagli sprechi, favorisce l’industria e l’occupazione. L’Europa è stata fin troppo dormiente e, nella sua volontà di schierarsi di nuovo a sinistra malgrado il voto dei cittadini dello scorso giugno dicesse totalmente l’opposto, è comunque riuscita ad aprire le porte ai conservatori, con l’ingresso di Raffaele Fitto all’interno della Commissione europea. Sicuramente un risultato storico per l’Italia e per le destre, ma forse è ancora troppo poco per la velocità con cui si sta evolvendo il mondo, per seguire le istanze dei cittadini. E ora, ancora una volta arrancando, l’Europa è indietro e vede in Giorgia Meloni la speranza di tornare parte attiva dell’Occidente.

Trump, secondo l’autorevole quotidiano, potrebbe avere maggiore interesse a stringere relazioni con Stati che effettivamente hanno la forza di cambiare le cose. E in questo contesto rientra perfettamente l’Italia di Giorgia Meloni, che di fatto ha imposto all’Europa un primo importante cambio di paradigma in molti settori. Meloni potrebbe anche essere una salvezza per l’Europa in fatto di Nato, in merito alla spesa per la difesa: “L’Italia potrebbe arrivare al 2 o addirittura al 3 per cento” del Pil, ha spiegato l’ex ambasciatore italiano presso la Nato, Stefano Stefanini, e “potrebbe farla franca convincendo Trump che l’Italia, così come altri Paesi europei, si sta muovendo verso l’obiettivo in modo graduale”. Infine, la premier potrebbe avere un importante e “un utile ruolo di ammorbidimento” sull’Ucraina, riguardo la quale sembra già essersi mosso qualcosa tra Stati Uniti e Russia.

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