Ddl Zan, Zucconi (FdI): ecco perché siamo contrari

Ieri mattina, come Fratelli d’Italia, abbiamo organizzato un flash mob davanti al Senato per dire ancora un volta NO al ddl Zan, una legge che, oltre ad essere sbagliata e ‘non corretta’ per molti aspetti, limita fortemente la nostra – inviolabile – libertà di pensiero.
La cosiddetta ‘ideologia gender’ è una teoria non supportata da dati scientifici, che nega la dimensione sessuata dell’essere umano fin dalla sua costituzione, ritenendo che la differenza fra uomo e donna sia soltanto una costruzione sociale e che le distinzioni dovrebbero basarsi unicamente sulla percezione individuale del proprio sesso.
I sostenitori di tale legge sostengono che occorra riconoscere il diritto di autoproclamare il proprio sesso e garantire ai gay e i trans, una particolare tutela dalle discriminazioni anche oltre alle norme già previste nella Costituzione e nel codice penale.
Infatti, ma forse i deputati del Pd non lo sanno, nel nostro Codice si dice già chiaramente che chi compie violenza, aggredisce o offende qualcuno discriminando in base all’orientamento sessuale è punito dalla legge e che la tutela da qualsiasi tipo di offesa alla persona – quale che sia il suo orientamento sessuale – è insito già nel nostro sistema giuridico, che sanziona i colpevoli con pene proporzionate alla gravità del danno che viene arrecato. Infine è bene sottolineare che il ddl Zan formalmente si propone di combattere le discriminazioni (e quindi vorrebbe essere uno strumento di tutela), ma di fatto contiene ben altro poiché, se dovesse diventare legge, si potrà essere penalmente sanzionati per aver espresso contrarietà verso la maternità surrogata (“utero in affitto”) una pratica gravemente lesiva della dignità delle donne e dei bambini; si potrà essere sanzionati per aver affermato che il matrimonio è solo tra due persone di sesso diverso e che le unioni civili sono un istituto diverso; un datore di lavoro potrà essere sanzionato, ad esempio, per aver chiesto al proprio dipendente uomo di vestirsi da maschio e così via. Con quali garanzie atteso che l’eventuale condanna sarà affidata a giudici liberi di interpretare una norma fumosa e indeterminata nelle fattispecie. Ma soprattutto, fatto gravissimo, si vuole introdurre l’educazione gender persino ai bambini delle scuole elementari mentre io ritengo che l’educazione emotiva e sessuale debba essere svolta dai genitori che ben conoscono le sensibilità e lo sviluppo della personalità dei propri figli: un compito che non può essere sottratto alla famiglia per essere affidato a promozioni ideologiche in ambito pubblico.
Insomma, se diventasse legge, si andrebbe a ledere la libertà di manifestazione del pensiero, laddove contraria all’ideologia gender e questo, in una democrazia, credo non debba essere permesso, né tollerato.

Riccardo Zucconi, Deputato Fratelli d’Italia.

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