De Luca usa i soldi dei cittadini campani per celare i suoi sprechi e le sue responsabilità

Va avanti la commedia “De Luca contro il governo Meloni”. Un sequel del De Luca che in pandemia minacciava i cittadini campani che trasgredivano i DPCM contiani annunciando incursioni delle forze dell’ordine armate di lanciafiamme. Un modus operandi che, dopo aver fatto il giro del mondo (non in senso positivo), permise di gettare nell’ombra cinque anni di malgoverno della Regione, in luogo del più popolare racconto del simpatico governatore-sceriffo. Anche quest’anno, come quattro anni fa, le elezioni regionali in Campania si stanno avvicinando ed è di nuovo arrivato il momento di nascondere tutte le carenze che altri cinque anni di governo De Luca non sono riusciti a risolvere. La strategia dell’ex sindaco di Salerno è molto semplice: scaricare la colpa sugli altri, pure su chi di colpe non ne ha, con l’accortezza però di fare più baldoria possibile. Nel crescente clima di faida istituzionale creata dal governatore, l’esempio più eclatante è quanto accaduto pochi giorni fa a Piazza Colonna: De Luca che da sceriffo si trasforma in un Masaniello moderno, che guida sindaci e amministratori locali amici contro il governo, che inveisce contro le forze dell’ordine e che ingiuria il Presidente del Consiglio. Il tutto, in cerca di una certa mediaticità, facendo così passare in secondo piano il reale motivo della protesta, l’autonomia differenziata e la gestione dei fondi per lo sviluppo e la coesione. Una gestione che procede spedita in tutte le altre Regioni, tranne che in Campania dove, dopo aver diviso i fondi dell’ultima programmazione in sagre e feste di paese emarginando altri temi fondamentali come sanità e trasporti, la Giunta De Luca ha scelto di non aprirsi al dialogo con l’esecutivo. Ieri l’ultimo episodio: la Regione Campania che emana dei manifesti nei quali, sotto al suo logo, si legge: “Il governo Meloni tradisce il Sud”. In pratica, dopo le parole tutt’altro che affettuose del governatore, De Luca crea di nuovo la sfida istituzione contro istituzione, Presidente del Consiglio contro Presidente della Regione, Governo contro Regione. E lo fa, lo sceriffo-Masaniello, usando i soldi dei cittadini campani, parlando in nome di tutti i cittadini campani, come istituzione e non come uomo politico.

De Luca, in questo modo, dà dimostrazione di due cose: la prima è la sua inettitudine a ricoprire una carica che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini, e non solo i suoi elettori; la seconda – ed è sotto gli occhi di tutti – è che dietro la polemica non solo si vuole nascondere la passata cattiva gestione dei fondi, ma si cela il timore per le maggiori responsabilità gestionali che una riforma come l’autonomia differenziata affida ai Presidenti di Regione. In altre parole, l’autonomia differenziata riduce al minimo la possibilità di spreco dei fondi: per De Luca non solo sarebbe uno stop per i finanziamenti alle sagre del caciocavallo, ma ogni scusa su una cattiva gestione dei fondi verrebbe meno. I nodi verrebbero al pettine facilmente e il rischio che la verità venga a galla sarebbe troppo grande. Meglio, allora, fare baldoria e salvare il salvabile, finché si può…

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