“Lo spirito di abnegazione e senso dello Stato, costantemente dimostrato dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa in tutti gli incarichi ricoperti nella lotta al terrorismo e nel contrasto alla mafia, devono essere quotidianamente guida e ispirazione per gli uomini delle Istituzioni e per tutti i cittadini per combattere la mafia. Il sacrificio di Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia il 3 settembre 1983 insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo, deve essere ricordato portando avanti azioni concreta di sensibilizzazione contro la cultura mafiosa e di politiche di contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie che hanno dimostrato, nel corso di decenni, di avere una enorme capacità di adattamento e di permeazione nel tessuto economico e sociale anche con il mutare del contesto. Per questo, all’interno della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e illeciti ambientali e agroalimentari stiamo lavorando con impegno, per scardinare le connessioni che le cosiddette ecomafie hanno creato con alcuni settori dell’imprenditoria e delle amministrazioni. L’insegnamento che raccogliamo a 42 dal brutale assassinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa è che la lotta alla mafia va affrontata sul piano normativo ma anche, e soprattutto, sul piano culturale, attraverso il rifiuto del compromesso, e riaffermando con sempre più forza il valore della legalità, del senso delle Istituzioni e della trasparenza”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo, membro della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e illeciti ambientali e agroalimentari.