Decreto migranti: la bocciatura in tempi record del Giudice di Catania

Mentre il governo italiano lotta strenuamente per difendere i confini nazionali un giudice del tribunale di Catania libera tre dal centro di accoglienza di Pozzallo.

In particolare, il Tribunale ha accolto il ricorso proposto da alcuni migranti sbarcati a Lampedusa nella metà del mese scorso di settembre e successivamente allocati nel centro di accoglienza di Pozzallo, dichiarando il recente decreto del governo ‘illegittimo in più partì'.

I giudici contestano al governo la nuova procedura di trattenimento e la corrispettiva cauzione pari a 5.000 euro da corrispondere al fine di evitare la permanenza nei centri di accoglienza. La decisione del giudice è arrivata in tempi record, il decreto è stato ritenuto incoerente rispetto ai principi della Costituzione e della Direttiva UE 2013 “trattenere chi chiede protezione senza effettuare una valutazione su base individuale chiedendo al contempo una garanzia economica come alternativa alla detenzione è illegittimo”. Così tuona la Sezione Specializzata del Tribunale di Catania dove si sono tenute le prime udienze di convalida di richiedenti asilo trattenuti nel nuovo «centro per il trattenimento dei richiedenti asilo» di Pozzallo. A parere del giudice la normativa interna sarebbe, in soldoni, in palese contrasto con la normativa dell'Unione e per tal motivo va disapplicata dal giudicante italiano, inoltre il provvedimento del questore di Ragusa difetterebbe di motivazione poiché non corredato da idonea valutazione delle individuali esigenze di protezione manifestate.

Esigenze che, al riguardo, appaiono alquanto singolari e bizzarre ma sufficienti per dichiarare illegittimo un decreto di tale portata, i cittadini tunisini destinatari di provvedimenti di espulsioni già eseguiti – rientrati nel territorio italiano–  durante l'udienza di convalida hanno invocato in un caso la protezione per la incredibile necessità di “fuggire perché perseguitato dai cercatori d'oro del suo paese in quanto dotato di caratteristiche fisiche ( particolari linee della mano) favorevoli alle loro attività , in un altro “per dissidi con i familiari della sua ragazza i quali volevano ucciderlo ritenendolo responsabile del decesso di quest'ultima”. In un altro ancora perché inseguito dai creditori e un ultimo perché le cure sanitarie nel proprio paese sono a pagamento.

Decisioni dalle motivazioni oltremodo opinabili, prive ictu oculi del fumus boni juris e certamente prive dell'urgenza dettata da un grave e irreparabile danno.

Ad ogni buon conto il Ministro dell'Interno ha annunciato l'intenzione di impugnare il provvedimento emesso dal giudice Iolanda Apostolico.

Volgendo l'attenzione al magistrato autore della tanto discussa sentenza osserviamo- come riportato in queste ore dai vari organi di stampa- l'inclinazione della stessa orientata a sinistra, benché definita magistrato libero e non legata ad alcuna corrente. Tuttavia prima della limitazione alla visibilità pubblica del proprio profilo Facebook, non faceva mistero della naturale disapprovazione dell'operato di Matteo all'epoca Ministro degli interni promuovendo nel 2018 una petizione che ne chiedeva una «mozione di sfiducia», ancora nel pubblicare un post composto da numerose foto sull'attracco a Catania del traghetto «Flaminia» con 1300 migranti che arrivarono a Lampedusa e vennero poi distribuiti nei centri di accoglienza locali, l' Apostolico definisce  il caso quale simbolo di «moderna deportazione».

Eppure, stando alle dichiarazioni del presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, la magistratura non partecipa all'indirizzo politico e governativo, ma fa giurisdizione: “è fisiologico che ci possano essere provvedimenti dei giudici che vanno contro alcuni progetti e programmi di governo. E questo non deve essere vissuto come una interferenza, questa è la democrazia”.

Quanto accaduto ancora una volta impone una riflessione seria sull'andamento della giustizia quantomai bisognosa di essere riformata e in tempi celerissimi , è di tutta evidenza come il tribunale di Catania abbia assunto così una decisione frutto di una chiara ideologia di sinistra, il governo italiano si trova dunque a combattere da un lato con giudici ideologizzati che tentano di vanificare i provvedimenti dell'esecutivo dall'altro lato con il governo tedesco socialista che finanzia le mentre sigilla i propri confini. 

Questa mattina la nostra premier Giorgia ha descritto le motivazioni della sentenza ‘incredibili' dichiarando “non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l'ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura”.

Caterina Anna D'Agostino
Caterina Anna D'Agostino
Caterina Anna D'Agostino (classe 1975), avvocato del Foro di Roma, libero professionista, civilista, opera prevalentemente nel settore dell'esecuzioni civili e del contenzioso bancario, collaborando con fondi di gestione dei crediti non performanti. La serietà e la tenacia costituiscono la sua cifra professionale e personale. Conservatrice e tradizionalista, atavicamente legata alle proprie radici culturali, amante della buona politica. Fautrice della giustizia e della verità.

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