Alla fine Matteo Salvini ha preteso la fiducia sul DDL sicurezza e questo ha tarpato definitivamente le ali a chi nel Movimento 5 Stelle da giorni mugugna sulle decisioni prese dal Governo, anche in materia di immigrazione.
La redazione de La Voce del Patriota tempo fa vi aveva presentato un dossier dove il decreto sicurezza veniva analizzato punto per punto e, contemporaneamente, venivano illustrate tutte quelle cose che Fratelli d’Italia avrebbe voluto trovare o non trovare all’interno del documento. Oggi vi facciamo una breve sintesi finale che chiarisca definitivamente le idee.
Si parte con le decisioni in materia di immigrazione. Parecchie cose presenti sul DDL sicurezza sono valide, come ad esempio l’abolizione della protezione umanitaria, fortemente voluta e richiesta da Fratelli d’Italia, che per primo la portò all’attenzione degli italiani e del governo. Certo, leggendo “protezione umanitaria” si può pensare che abolirla sia una cattiveria degna dei peggiori soggetti, ma in realtà siamo ben lontani da tutto ciò. Infatti, l’ordinamento già prevede due tipi di protezione: : 1) Il diritto di asilo che ha come fonte l’ordinamento internazionale (in particolare, la Convenzione di Ginevra); 2) la protezione sussidiaria che ha come fonte il diritto dell’Unione europea. La “protezione umanitaria” era una stramberia tutta italiana, che non derivava né da obblighi internazionali né di carattere costituzionale, ma da una libera scelta del nostro legislatore. Era stata infatti introdotta con la legge Turco/Napolitano del 2008, e prevedeva che la questura potesse rilasciare un permesso di soggiorno tutte le volte in cui le Commissioni territoriali non ravvisavano gli estremi per la protezione internazionale ma in pratica decidevano di concederla lo stesso. Nel corso degli anni, questo tipo ti protezione era stata ampiamente abusata dai vari governi di centrosinistra tanto da venire concessa a buona parte dei richiedenti. Per essere chiari, nel 2017 sono state presentate 130mila domande di protezione internazionale, si cui il 52% respinte. Il restante ha invece ottenuto la protezione in queste forme: l’8% dei richiedenti ha ottenuto lo status di rifugiato, un altro 8% ha ottenuto la protezione sussidiaria, un 7% ha ottenuto altri tipi di permesso di soggiorno, mentre al 25% è stata concessa la protezione umanitaria. Insomma, più che “protezione umanitaria” si sarebbe dovuta chiamare “come ti aggiro le leggi esistenti”. Che sia stata eliminata è davvero una vittoria per tutti i cittadini che temono l’invasione incontrollata e, lasciatecelo dire, di Fratelli d’Italia che tanto si è battuto per questo risultato. Risultato che ha fatto davvero male alla sinistra, tant’è che Minniti l’ha subito definito “ un colpo mortale alle politiche d’integrazione”, anche se avrebbe dovuto dire “di immigrazione”, perché l’integrazione qui c’entra davvero poco. Il provvedimento “crea illegalità” e “ancora più marginalità” ha anche detto Minniti, il che dal suo punto di vista non fa una piega. Per aggirare la legge, infatti, si erano inventati questa sorta di istituto che ora non sarà più applicabile, e quindi ci saranno tanti ma proprio tanti permessi in meno, e quindi tanti ma proprio tanti clandestini in più, tutti belli e pronti per essere rimpatriati. Purtroppo, però, leggendo attentamente questo capitolo, non è difficile riscontrare varie lacune che diminuiscono molto l’efficacia del provvedimento. Se volete saperne di più, vi rimandiamo al nostro iniziale dossier.
Riguardo poi il periodo di permanenza dei migranti nei Cpr, il periodo massimo viene aumentato da 90 a 180 giorni, ed è prevista la costruzione di altri Cpr, il che dovrebbe permettere di diminuire gli stranieri clandestini, senza fissa dimora e senza sostentamento che ora girano liberi nelle nostre città creando solo allarme e problemi.
Vengono anche aumentati i reati che, dopo la condanna definitiva, comportano la revoca della protezione internazionale. Per quanto riguarda il sistema Sprar gestito dai Comuni italiani questo sarà limitato solo a chi è già titolare di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati.
Arrivando ora alle regole generali del DDL, troviamo anche l’aumento delle ipotesi di reato che permetteranno l’utilizzo del braccialetto elettronico, e tra essi troviamo finalmente anche i maltrattamenti domestici e lo stalking. Inoltre, con l’articolo 21, viene allargata la sperimentazione dei taser anche alla polizia municipale ma solo nei centri con più di centomila abitanti (ma costano troppo i taser per farli adottare ovunque?) Si parla poi di Dasp anche per reati d terrorismo, anche se fa un po’ sorridere un terrorista magari islamico che si faccia fermare da un Daspo.
Una valida introduzione è quella che prevede nella lista dei reati il rientro del blocco stradale che non sarà più considerato una semplice violazione amministrativa. Riguardo poi allo sgomberi dagli immobili occupati, nel corposo emendamento presentato dal Governo stesso, si stabilisce che l’intervento delle forze dell’ordine si possa differire nell’attesa che vengano trovati alloggi alternativi per gli occupanti. Anche questa decisione, strappa un sorriso amaro: in Italia ci sono immobili occupati da decine di anni, e ora è ufficiale che i tempi si possano protrarre all’infinito. Saranno contenti quei proprietari di immobili occupati che a fronte di un bene di cui non possono disporre, sono chiamati anche a pagare le tasse sulla proprietà e magari anche le utenze dove i consumi sono quelli degli occupanti. Nel provvedimento è comunque previsto l’inasprimento delle pene, da 2 a 4 anni di reclusione, per chi invade “terreni ed edifici altrui”. Una voce che supponiamo sia assolutamente teorica, visto come procedono le cose in Italia.
Il decreto contiene poi anche disposizioni sul contrasto alla criminalità organizzata con un rafforzamento dello scambio di informazioni tra le diverse forze dell’ordine. Inoltre, i beni confiscati potranno essere venduti ai privati. Riguardo a tutto questo capitolo, Fratelli d’Italia si dichiara molto deluso perché ritiene la somma dei provvedimenti presi assolutamente non sufficiente e molto distante da quanto promesso in campagna elettorale.
Come detto, per portare a casa tutto ciò, Salvini si è visto costretto a chiedere la fiducia, che ha incassato con 336 voti a favore e 249 contrari. A questo punto, bisognerà vedere come tutto sarà attuato per decidere se si sia trattato di una buona occasione presa al volo o di una buona occasione mancata. Noi, purtroppo, non siamo particolarmente ottimisti. Tante, troppe cose c’erano ancora da aggiungere a questo decreto che poteva davvero essere una svolta per la Nazione, e che invece finirà per essere un “pannicello caldo”.