Al fondatore del Venerdì di Repubblica, e vecchio amico di Scalfari, non convince “la chiamata alle armi antifascista”.
“Io sono in crisi – spiega, intervistato dall’Huffington Post – E non credo di essere il solo. Non c’entro niente con Giorgia Meloni e la sua storia, ma in termini di qualità personale – coerenza, intelligenza, abilità politica – è innegabile che, Draghi escluso, li batta tutti. Contro di lei vedo il rischio che preparino la pastetta democratica che ci propinano da trent’anni: il cacciavite, l’eroica difesa dello status quo, il fronte della demonizzazione personale. Vorrei tanto che non mi costringessero a votarla. Ma, se sarà inevitabile, forse, lo farò”.
Così Giorgio Dell’Arti, giornalista e scrittore, fondatore del Venerdì di Repubblica, in questa intervista.