Derisi e frodati i lavoratori sottopagati: la suocera di Soumahoro non si pente

È iniziato a Latina il processo che vede coinvolta la famiglia acquisita di Aboubakar Soumahoro. Gli imputati, tra i quali figurano Marie Therese Mukamitsindo, suocera del parlamentare, e Liliane Murekatete, sua figlia e compagna dell’attivista, sono accusati per reati fiscali dopo lo scandalo cosiddetto “Karibu e Consorzio Aid”, dal nome delle coop della famiglia di Soumahoro che avrebbero dovuto gestire milioni di euro derivanti da finanziamenti statali per ospitare in strutture d’accoglienza i migranti. L’accusa, in parole povere, è che tali finanziamenti sono stati destinati ad altro: i migranti vivevano in pessime condizioni igienico-sanitarie, quando invece, nel frattempo, la compagna di Soumahoro acquistava abiti e borse di lusso e aspirava di allargare le proprie cooperative all’estero. Le conseguenze della faziosa amministrazione Mukamitsindo-Murekatete si è fatta sentire anche sui lavoratori delle coop, nei confronti dei quali venivano negati anche i più elementari diritti, come il pagamento degli stipendi. Sotto inchiesta anche una presunta frode alle casse dello Stato, il cui valore secondo le indagini si aggirerebbe intorno ai 3 milioni di euro valore

Oltre il danno, ora anche la beffa, letteralmente: secondo il racconto di Gianfranco Cartisano, sindacalista della UilTucs, riportato da La Verità, gli imputati hanno anche deriso i lavoratori presenti in più momenti. “I rinviati a giudizio si sono permessi di sbeffeggiarci e sorridere quando sono stati raccontati al giudice i disagi patiti dai lavoratori”. Il dito puntato dal sindacalista è rivolto soprattutto verso la nota suocera del deputato: “In particolare lo ha fatto la Mukamitsindo. Lo abbiamo visto bene”.

La denuncia di Cartisano è molto forte e certifica che, da parte della famiglia Soumahoro, non appare, stando a quanto si palesa empiricamente, un minimo di pentimento. Una continua montagna russa, insomma, per il deputato ex Avs, ora appartenente al gruppo misto: in pochi mesi, Soumahoro è passato dall’essere difensore di migranti e lavoratori, presentandosi in Parlamento con degli stivali sporchi in segno di sostegno, al ritrovarsi incastrato in una faccenda diametralmente opposta in cui, però, lui nega ogni coinvolgimento. È passato poi dalle lacrime (in tuta grigia) pubblicate in un patetico video di scuse, ora alle risate di beffa della suocera verso lavoratori sottopagati e migranti che vivevano in condizioni pessime. Ennesima brutta figura del mondo radical-chic.

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