Dilemmi nella famiglia Biden: il nucleo sprona il Presidente uscente a non ritirarsi dalla corsa elettorale

Stavolta è proprio il caso di dire “Come nelle migliori famiglie”, riferito alle convinzioni dei Biden. solo che la questione non è delle migliori, specialmente considerando che adesso, una delle priorità dei democratici americani, potrebbe essere quella di trovare un sostituto per le elezioni del 5 Novembre 2024. 

Stando alle ultime notizie, dopo lo scontro televisivo tra il Premier americano ed il candidato Donald Trump, l’elettorato dem ed in generale la sua intera organizzazione si è interrogato sull’adeguatezza di “Sleepy Joe” per un secondo mandato. Ipotizzabile il nome di Kamala Harris tra quello dei nuovi eredi, anche se forse è ancora troppo presto per dirlo. Comunque vada, stavolta la sinistra americana ha dimostrato di non saper gestire minimamente le questioni interne: in primis, dopo aver scelto Joe Biden come volto politico, secondariamente per l’indecisione e la possibile rimozione della sua persona dall’incarico, scelta che potrebbe mostrare la totale disorganizzazione ed insicurezza dei democratici d’oltreoceano.

Torniamo, dopo una brevissima introduzione, alle questioni familiari del Presidente: Hunter Biden, ossia suo figlio, così come il resto della famiglia, sarebbero coinvolti per aiutare Joe Biden a trovare una soluzione per alleviare i dolori della campagna elettorale. Qualcuno chiede di essere coinvolto maggiormente, mentre prova a rassicurare sull’unità della famiglia. Non bastano neanche più i soli comitati dem per la corsa alle elezioni, c’è bisogno persino del coinvolgimento parenterale, della serie “Qua non si butta niente”. Magari a breve arriverà persino la notizia del lontano zio dal continente oceanico, accorso in aiuto del Presidente americano, notoriamente in difficoltà sotto molti aspetti. 

Una parentesi che ha del tragicomico, per rimanere in tema, questa sembra un’esperienza fallimentare che ha del materiale in comune con i film di Adam Sandler. Chiaramente soltanto il tempo ci dirà quanto sarà stato utile questo coinvolgimento a lungo raggio, specialmente perché ormai non bastano più neanche i numeri, stando ai fatti pervenuti fino a questo momento.

Comunque sia, vari sondaggi dimostrano che l’elettorato americano non abbia una grande fiducia nei confronti di Joe Biden, esprimendo diverse perplessità sul suo stato di salute, tanto che nel tempo le sue uscite fuori luogo ed i suoi blocchi dialettici hanno fatto pensare a qualche patologia dovuta alla senilità.

Triste sapere che i progressisti americani possano avere “cavalli” peggiori di quello ora in corsa, stando alla loro ultima scelta, la quale oltre che decisamente opinabile, rende l’idea su come l’intero apparato dem stia ora brancolando nel buio.

Assurdo tra l’altro che debba essere proprio la sua famiglia ad occuparsi della campagna elettorale, come se lo sforzo della fazione a cui appartiene fosse totalmente inutile per i fini del plebiscito: in sostanza, servirà necessariamente attingere ad altre fonti per consentire a Joe Biden di ricandidarsi e non fare una figura pessima.

Una domanda sorge spontanea: per quale assurdo ed inconciliabile motivo la sinistra americana avrebbe ricandidato nuovamente lui per la corsa alla Casa Bianca? Non è bastata la propaganda Woke per fare in modo che qualcuno lo votasse nuovamente, d’altra parte gli unici che si lasceranno abbindolare dal programma dem, potrebbero essere quasi esclusivamente i sostenitori di questa teoria fuori dal normale.

Un’altra vicenda a dir poco strana, riguarda – ut supra – la famiglia del Presidente: è possibile che in tutto questo tempo non si siano resi conto che quanto detto e fatto dal loro familiare fino a questo punto è stato deleterio per l’Occidente? Un esame di coscienza, una volta tanto, potrebbe essere a dir poco utile e costruttivo per una riflessione sui propri pensieri.

Tuttavia è piuttosto chiaro che il raziocinio non sia nei piani della politica americana di questi tempi, specialmente a sinistra, laddove non ci si preoccupa tanto dei diritti sociali, della sanità o dei problemi con le relazioni internazionali. Piuttosto preferiscono disquisire su vicende che non hanno la benchè minima attinenza con i “diritti civili” e che si sono consolidate come tali solamente per uno scopo economico oppure d’interesse elettorale.

Di certo non possiamo aspettarci trasparenza dai democratici americani, i quali sarebbero gli stessi che credono nei valori della libertà e della democrazia, salvo urlare all’inadeguatezza quando un Repubblicano qualsiasi prova a sfidarli sul campo per cambiare le sorti del paese.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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