Discobolo, Rampelli (VpC-FdI): la scultura resta in Italia per ragioni legali e culturali

Diamo nuovo impulso alla restituzione delle opere d’arte trafugate dai conquistatori dei secoli scorsi.

“La Germania ha una passione conclamata per l’archeologia che l’ha resa una delle nazioni al mondo più attive nell’arte, nei restauri, negli scavi, ma non può fare strame del diritto né cancellare la storia. Il discobolo resterà in Italia perché come è noto la statua fu estorta da Hitler a Mussolini che costrinse il legittimo proprietario a venderla. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale ci fu lo storico dell’arte Rodolfo Siviero, a capo di una commissione che lavorò al recupero delle opere trafugate dai nazisti, che lo certificò. Grazie a una missione in Germania, avallata dal governo americano, riuscì a recuperare anche il discobolo inizialmente escluso dai primi recuperi, avvenuti nel 1947. Siviero, vero patriota, aveva in mente l’idea di realizzare un museo delle opere trafugate e rientrate in Italia la cui realizzazione fu impedita dalla sua improvvisa morte. Bene ha fatto il ministro Sangiuliano a rispondere con un fermo diniego. E anzi sono certo che alla luce di questa paradossale richiesta, sia indispensabile dare maggiore impulso alla restituzione dei beni trafugati dai conquistatori che hanno dominato l’Italia fino al 1870 e nella Seconda Guerra. Bello sarebbe poter realizzare il sogno di Siviero istituendo un museo delle opere d’arte trafugate e recuperate”. E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

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