Disordini nel Regno Unito dopo l’uccisione di 3 bambine a Southport: il Governo Starmer riesce solo ad accusare “l’ultradestra”

Dopo i fatti accaduti a Southport in Inghilterra il 29 luglio, in cui hanno perso la vita 3 bambine piccole per mano di uno squilibrato 17enne, l’intero Regno Unito è sceso in piazza per protestare a causa della situazione poco sicura negli UK. Sembra che la matrice terroristica sia stata esclusa, ma è del tutto evidente che negli stati anglofoni europei ci sia ora un grande problema nella gestione di individui violenti. Tra i capi d’imputazione del ragazzo arrestato anche altri 10 tentati omicidi, oltre  ai 3 infanticidi connessi, visto che la sua irruzione armata ha provocato una grande quantità di feriti.

Il Primo ministro Starmer, dopo le proteste avvenute nei giorni per la morte delle piccole, avrebbe accusato i gruppi dell’ “ultradestra”, i social network per la diffusione di notizie false sull’identità dell’individuo – evidentemente qualcuno deve aver pensato che fosse straniero – e sull’incitamento alla violenza. Facile accusare formazioni radicali quando non si riesce più a gestire un problema che è sotto gli occhi di tutti ed ha veramente a che fare con la routine dell’Inghilterra e di molte altre zone nel Regno Unito in generale. Strano che da “buon laburista”, il Premier non abbia deciso di ascoltare i moniti popolari o almeno di prendere le redini della situazione. Menomale che poi il problema dell’Inghilterra sarebbero i Conservatori.

Il 2 Agosto, non si è ovviamente discostata da Keir Starmer il Ministro dell’interno, Yvette Cooper, la quale ha esplicitato che i manifestanti pagheranno per la loro violenza e per il comportamento criminale. Assurdo che la suddetta abbia parlato soltanto dei manifestanti, senza fare dichiarazioni sulla competenza delle forze dell’ordine ed esprimendo ulteriormente la propria vicinanza a tutti coloro che sono rimasti coinvolti nel truculento episodio . Viene spontaneo chiedersi chi restituirà le vittime alle famiglie che le hanno perse in quel terribile evento: forse la Cooper deve aver saltato qualche step, come quello di impegnarsi per potenziare le forze di polizia e renderle ancor più efficienti, al fine di scongiurare tragedie come questa.

Nell’intero Regno Unito, si stanno verificando ovunque proteste a causa di quanto accaduto in questi giorni: tra le città coinvolte maggiormente ci sono Belfast, Liverpool e Manchester. Non sono mancati ovviamente gli scontri con le forze dell’ordine, dovuti anche ad ingaggi e combattimenti tra opposte fazioni. Oltre 90 gli arresti per gli appartenenti alla destra radicale, chissà se lo stesso trattamento sia stato riservato anche agli antagonisti di cui sopra.

La violenza ed il caos sono deleteri per l’ordine pubblico, ma sarebbe anche il caso che i politici del Regno Unito iniziassero a prendere sul serio la pericolosità dei loro centri abitati, analizzando minuziosamente cosa c’è che non funziona all’interno del sistema. Per evitare che si verifichino manifestazioni violente, bisogna almeno prepararsi per evitare che le persone arrivino all’esasperazione. Gli scontri con la polizia non possono essere  una soluzione e proprio per questo c’è bisogno che siano proprio i Governi a scongiurarli mantenendo al sicuro le persone, affinché anche questo tipo di avvenimenti smettano di verificarsi. Nel corso degli anni, in Europa, ne abbiamo viste di tutti i colori e con il passare del tempo non è stato difficile accorgersi che la violenza sia il primo generatore di ulteriore disordine.

La prevenzione è passata in secondo piano per moltissimi paesi del nostro continente ed è più che sufficientemente chiaro quanto gli Stati democratici abbiano il dovere di reagire per evitare che il panico possa diffondersi ovunque. Non basta occuparsi dei problemi soltanto quando questi raggiungono il loro apice, bisogna sforzarsi e tentare di risolvere le situazioni alla base, oppure le società amplificheranno il loro senso di intolleranza verso chiunque. Persino i migliori amici o vicini di casa potrebbero diventare reciprocamente nemici.

Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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