DL Dignità: la Meloni andrà ad ascoltare gli imprenditori veneti

Il dl, se confermato nella sua impostazione, è destinato a incidere in maniera pesantemente negativa sull’occupazione e sulle imprese – è l’analisi di Assindustria Venetocentro -. Le rigidità che esso introduce avranno il solo effetto di far perdere le occasioni di lavoro che un’economia sia pure in fragile ripresa sta creando“.

Giorgia Meloni sarà a Verona lunedi’ prossimo per incontrare proprio quegli imprenditori veneti che hanno protestato contro il provvedimento, definito da Meloni ‘decreto visibilita‘, che serve a Di Maio a non rimanere schiacciato” dietro l’attivismo di Salvini. “Il decreto ripropone la lotta di classe, la contrapposizione tra imprenditori e lavoratori mentre “l’interesse nazionale si fa con l’unità delle forze produttive“. “Questa contrapposizione – ha detto Meloni – è figlia del Pci Anni 70, ma e’ distante anni luce dall’Italia in cui viviamo“. Fdi voterà quindi contro il decreto “se non ci sarà una quantità ragionevole di emendamenti modificativi approvati” ha detto Meloni, che sarà lunedì prossimo alle 15,30 a Verona per ascoltare e dar voce agli imprenditori veneti.

Fratelli d’Italia voterà contro il cosiddetto decreto dignità se non verranno accolti una serie di emendamenti che lo cambiano in profondita’, dato che così come e’ riporta in Italia “la lotta di classe”.

La presidente di Fratelli d’Italia ha tenuto una una conferenza stampa assieme al capogruppo Lollobrigida, e ai deputati Marco Osnato, Walter Rizzetto e Adolfo Urso, che stanno seguendo il decreto nelle commissioni di merito.

Anche Rizzetto ha sottolineato che il decreto è “marketing politico, da vendere sui social. DI Maio è alla ricerca del tweet perfetto” ha detto il parlamentare di Fdi. Ma tutti i “vincoli, la burocrazia, i costi aggiuntivi” per le imprese “creeranno lavoro solo per gli avvocati”. L’unico modo per combattere la precarietà, hanno detto Rizzetto e Osnato, e’ far pagare di meno il lavoro a tempo indeterminato.

E in tal senso vanno gli emendamenti di Fdi, tra i quali uno si ispira al principio del “piu’ assumi e meno tasse paghi”. “maggiore e’ il numero dei dipendenti in rapporto al fatturato – ha spiegato Meloni – e meno tasse paghi”. Il capogruppo Francesco Lollobrigida ha spiegato che Fdi non ha presentato le pregiudiziali di costituzionalità al decreto in Aula, benché ce ne fossero le condizioni, per tentare un dialogo con la maggioranza in modo da modificare il decreto: ma “la maggioranza si è chiusa a riccio” ha osservato, così come ha sottolineato Meloni.

A destare meraviglia, ha detto Adolfo Urso, e’ la Lega: “questo decreto disoccupazione punisce chi produce e chi lavora, introduce più vincoli, più burocrazia e più contenziosi e soprattutto contraddice il programma del centrodestra con cui anche la Lega si è presentata ed ha eletto i propri parlamentari”.

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