“Il Dl Green Pass conferma una prassi consolidata da questo governo di apporre la “fiducia” a tutti gli atti e il Senato aggiunge l’aggravante di assegnare atti come questo alla commissione Affari Costituzionali in sede referente rinunciando così al lavoro delle commissioni congiunte come sarebbe stato opportuno in questo provvedimento. Tutto a discapito della qualità della norma e del confronto, impedendo anche a chi ha seguito la materia sanitaria da inizio legislatura di dare un contributo concreto e fattuale. E così succede che alcuni emendamenti sacrosanti e alcuni importanti ordini del giorno, come il divieto dell’obbligatorietà del passaporto sotto i 12 anni, siano stati bocciati senza il necessario approfondimento. E questo non è solo un problema di forma ma proprio di sostanza”. A dichiararlo il senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, capogruppo in commissione Sanità al Senato durante la discussione del Dl Green Pass.
“Ci sono molte informazioni di cui i cittadini non sono messi a conoscenza, perché evidentemente trattati da sudditi. Tra queste, ad esempio, quella che l’Europa dichiara di aver acquistato 4,6 miliardi di dosi di vaccino, l’equivalente di circa 10 dosi ogni cittadino europeo. E a cosa servono tutte queste dosi se non per vaccinare la popolazione europea per i prossimi 10 anni? Qualcuno dovrebbe spiegarlo ai cittadini o se ne dovrebbe almeno discutere in un’apposita Commissione di inchiesta, come chiesto da FDI, ma a quanto pare è proprio ciò che questo governo evita o teme di fare”. E conclude: “Questo governo non dà risposte a chi fa domande utilizzando il classico metodo della sinistra di etichettare chi avanza dubbi come omofobo, fascista o no vax in base alle situazioni. Il tutto a discapito della verità e della fiducia dei cittadini nello Stato e nel SSN. A questo riguardo serve un serio coinvolgimento della categoria dei medici di famiglia, unico possibile intermediario se si vuole parlare di prossimità, capace di ‘convincere’ gli sfiduciati, oggi che è acclarato il fallimento delle tante azioni, come il passaporto, volte invece a ‘costringere’. Non è insomma certo la Gruber o l’informazione indottrinata che potrà colmare il gap di fiducia su questo segmento di italiani non ancora vaccinati”.