Il soggetto della conversazione telefonica è una non meglio identificata ragazza nigeriana, cui è evidentemente stato negato l’asilo dalla commissione competente: “Se ne deve andare”, dice l’uomo al telefono, “se ha avuto per tre volte il diniego, ecco perché non lo rinnovano più. Ti spiego dal punto di vista dei documenti lei non può stare … mica dipende da … questo purtroppo, dico purtroppo perché io non sono d’accordo con questo decreto, come documenti lei non ha diritto di stare in Italia. Se la vedono i carabinieri la rinchiudono, perché non ha i documenti, non ha niente“, sostiene ancora.
Dall’altra parte della comunicazione, risponde una voce femminile che continua a chiedere chiarimenti su cosa si possa o non si possa fare per la nigeriana senza documenti. Risponde ancora l’uomo: “Da un punto di vista umano ovviamente le possibilità che ha a Riace di non avere problemi sono più alte, si confonde in mezzo a tutti, però lei i documenti difficilmente ce li avrà, perché ha fatto già tre volte la commissione, ecco perché non rinnovano il permesso di soggiorno“, ribadisce l’uomo quasi sconfortato, ma poi riprende tono: “Io la carta d’identità gliela faccio. Io sono un fuorilegge perché per fare la carta d’identità io dovrei avere un permesso di soggiorno in corso di validità … in più lei deve dimostrare che abita a Riace, che ha una dimora a Riace, allora io dico così, non mando neanche i vigili, mi assumo io la responsabilità e gli dico va bene, sono responsabile dei vigili … la carta d’identità tre fotografie, all’ufficio anagrafe, la iscriviamo subito”. Poi, non pago, e probabilmente per tranquillizzare la sua interlocutrice dall’altro capo del filo, aggiunge: “Sai qual è secondo me l’unica strada percorribile? volendo spremere le meningi, che lei si sposa! come ha fatto Stella. Stella si è sposata con Nazareno. Sono responsabile dell’ufficio anagrafe, il matrimonio te lo faccio immediatamente con un cittadino italiano … guarda come funziona Daniela, se lei … però dobbiamo trovare un uomo che è libero come stato civile … divorziato si ...”.
L’interlocutrice è forse perplessa? Allora l’uomo al telefono chiarisce meglio: “Se lei si sposa a noi deve portare soltanto come richiedente asilo … almeno io non sto là a guardare se i suoi documenti sono a posto, mi fa un atto notorio dove dice che è libera di poter contrarre matrimonio e siccome è una richiedente asilo non vado ad esaminare i suoi documenti perché ovviamente uno che è in fuga dalle guerre non ha documenti con lei e mi basta una sua dichiarazione, un atto notorio … dovremmo chiedere all’ambasciata ma mi basta un’autocertificazione dove mi dice che lei è libera. Quello che invece è italiano che si vuole sposare con lei deve portare i documenti che è libero per sposarsi“. Ma non basta, e continua a parlare per essere il più esaustivo possibile: “Se succede questo in un giorno li sposiamo. Poi dopo mi chiede al comune il certificato di matrimonio … va alla questura di Siderno e chiede un permesso di soggiorno per motivi familiari perché si è sposata in Italia con cittadino italiano e non gli deve portare niente … solo il certificato di matrimonio … in quel modo, dopo che lei ha il permesso di soggiorno per motivi familiari, i tre dinieghi non hanno nessun valore è subentrata un’altra situazione civile … non solo, dopo un po’ di tempo prende anche la cittadinanza italiana“.
No, signore e signori, non si tratta del copione del solito film tipo “Green card”, dove si organizza un matrimonio finto per farti ottenere il permesso di soggiorno negli States, appunto la super concupita green card, ma delle intercettazioni telefoniche fatte dalla Guardia di Finanza a Mimmo Lucano, sindaco del ridente comune di Riace, in provincia di Reggio Calabria. E non sono nemmeno state pubblicate da qualche giornale di destra col dente avvelenato, ma sono uscite su La Repubblica, che poi ha infiorettato tutto il resto dell’articolo con giustificazione e comprensione per questo “servitore dello Stato” colto nel momento in cui ipotizza anche con un certo sussiego una serie di reati da compiere, lasciando anche intendere che non sarebbe la prima volta. Ma che volete farci, lui è uno al di sopra della legge, una specie di Robin Hood degli immigrati, che “toglie” agli italiani per far contenti stranieri che, altrimenti, di stare in Italia non avrebbero alcun diritto. E a tutto questo da anche un nome. Lo chiama “modello Riace” e ne va fiero, dimenticando di farci sapere, però, che fino ad ora è costato 10 ml di euro per circa 2000 migranti e che perciò se venisse applicato in ogni comune italiano che accoglie, ci costerebbero 80 miliardi.
Ma del resto, Daniela che non sappiamo chi sia, se non avesse trovato un compiacente italiano che magari previo assegno l’avesse sposata, come avrebbe fatto? E come potrebbe fare la povera ragazza nigeriana di cui si parla in quella telefonata a restare qui se non ci pensasse Mimmo nostro, aggirando la legge, fottendosene delle regole, infischiandosene di come vengano spese le tasse degli italiani? Dice il signor sindaco “scappano da paesi in guerra”. Per sua conoscenza e per fare un esempio, la Nigeria può vantare 186 milioni di persone distribuite in 36 regioni grandi più o meno come medi stati europei, e solo in 2 di esse ha creato qualche problema la guerriglia del ribelle Boko Haram. Le rimanenti 34 regioni sono tranquille ma non solo, possono anche registrare un indice di crescita economico che ha fatto in pochi anni della Nigeria la prima economia africana, con un Pil superiore anche a quello del Sud Africa e sicuramente dell’Italia. Per non dire poi che il primo ministro nigeriano stesso ha rivolto parecchi appelli ai giovani che lasciano il paese chiarendo che da quelle parti il lavoro c’è, e aggiungendo che chi se ne va non cerca davvero lavoro o protezione, ma solo un modo per campare di espedienti, quando non proprio di reati, possibilmente senza faticare.
Diciamo tutto questo al sindaco Lucano, e anche ai riacesi che con “l’accoglienza” hanno rimpinguato i loro conti correnti. E’ vero, portando più migranti che poteva, aggirando leggi “che non condivide”, e aggiustandosi le cose come più gli ha fatto comodo, il sindaco ha rilanciato l’economia di Riace ma, abbiamo voglia di chiedergli, a discapito di chi? Degli italiani che rispettano le regole? Di quelli che pagano le tasse che vanno anche per il suo stipendio e per i fondi di accoglienza a migranti che dovrebbero avere il diritto di stare in Italia?
Ci risparmino perciò i vari Saviano sempre al centro del politicamente corretto, l’elegia di questo Robin Hood all’italiana da nessun pregio e svariate colpe, non necessariamente tutte configurabili come reati, certo, ma da un servitore dello Stato specialmente ci si attende chiarezza, pulizia morale, totale sincerità, etica e grande rispetto della cosa pubblica.
Tutto il resto sono chiacchiere da furbacchioni. Peccato che come era stato detto in un primo momento i migranti presenti a Riace non saranno spostati tutti in altra sede, ma andranno via solo quelli che vorranno cioè, ci potete scommettere, nessuno. Così tra tante chiacchiere, promesse e decreti, alla fine vedrete che saranno sempre i furbi a farla franca come dimostra il fatto che negli ultimi mesi, sotto il governo Conte, c’è stato il boom in Italia del rientro di migranti secondari, in arrivo con decine di voli. Però di questo non si parla…