Il modello Caivano fa parlare di sé fino in Inghilterra. A riportare la notizia lo storico quotidiano britannico The Guardian nell’occasione di un’intervista a don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde. In particolare, il prete sotto scorta noto per il suo impegno contro la criminalità organizzata, racconta la sua storia e la storia della città di Caivano e del Parco Verde, il quartiere dormitorio nato all’indomani del terremoto in Irpinia del novembre 1980 per ospitarne gli sfollati: “Questi quartieri abbandonati – spiega – sono deliberatamente pianificati e voluti. È un modo per allontanare i poveri. Allora si forma un ghetto, una società chiusa che crea un proprio linguaggio, un proprio modo di esistere e una propria economia sommersa”. The Guardian passa in rassegna gli inizi di Patriciello, quando, ancora senza scorta, oppugnava lo scarico illegale di rifiuti e i roghi tossici nel buio e triste periodo della Terra dei Fuochi. Dopo essere scampato a un attentato contro la sua persona, una bomba esplosa, il suo impegno non si è fermato e Patriciello ha continuato a lottare.
Il racconto arriva fino alla scorsa estate, quando la vicenda dello stupro ripetuto delle due cuginette di dieci e dodici anni da parte di un gruppo di quindici ragazzi coetanei e maggiorenni, ha scosso l’opinione pubblica. È in quella occasione che don Patriciello sceglie di scrivere una lettera al presidente del Consiglio Giorgia Meloni. È la svolta per la città: in pochi giorni ritorno lo Stato a Caivano, con un maxi blitz all’alba che sconvolge la criminalità. Patriciello al The Guardian si dice impressionato per la tempestività con cui il governo ha operato e sta operando in città: “La risposta rapida di Giorgia Meloni mi ha lasciato davvero sbalordito. Avevo conosciuto Matteo Renzi e Giuseppe Conte ma – dice – la differenza con la Meloni è che lei ha davvero preso in mano la situazione”. Mai come nessuno ha fatto prima, il governo Meloni si è fatto sentire per distruggere il monopolio che la camorra aveva creato in quel territorio. “Da allora – scrive The Guardian – Caivano è diventato il modello del governo per il suo impegno a salvare i quartieri italiani da tempo svantaggiati. Il numero della polizia in città è aumentato in modo significativo, con tre commissari per la sicurezza incaricati di supervisionare la riabilitazione del distretto. Il consiglio comunale – continua – è stato sciolto e 18 persone arrestate per presunte infiltrazioni mafiose e corruzione. I lavori per rilanciare il centro sportivo sono iniziati dopo che il governo ha sbloccato un finanziamento di 30 milioni di euro”.
Anche all’estero, allora, viene apprezzato il lavoro del governo Meloni grazie anche all’ennesima conferma che viene direttamente dal territorio, da chi ha dedicato la sua intera vita al riscatto di una fetta enorme di popolazione abbandonata e verso cui lo Stato aveva deciso per anni di voltare le spalle. Ora le cose sono cambiate: “Nemmeno un pacco di droga – racconta Patriciello – è stato distribuito, perché le strade sono strettamente pattugliate”. Inizia a cadere lo stereotipo di un’Italia tutta “pizza, mafia e mandolino” tanto da accorgersene anche Oltralpe dopo l’intervento non di copertina e di facile consenso, ma veramente strutturale del governo che prosegue con serietà anche dopo mesi dal suo inizio. Il modello Caivano così “rischia” di diventare d’ispirazione non solo per le altre “zone franche” che ci sono in Italia, ma anche per le tante periferie europee che giacciono in condizioni simili: “Caivano è diventato un simbolo – ha concluso Patriciello – ma ora potrebbe anche essere una luce guida per tutte le società emarginate in Italia”.