Chi semina, raccoglie. È proprio il caso di dirlo. A due anni dall’entrata in vigore in via provvisoria dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (Ceta), il settore caseario per esportazione è crollato di più del 30%. Nonostante sia stato ratificato ad oggi da appena 15 Paesi Europei su 28, le conseguenze appaiono disastrose. A lanciare l’allarme è la stessa Coldiretti sulla base di dati pubblicati dall’Istat. La diffusione del falso Made in Italy ha ridotto lo spazio ai prodotti originali dall’Italia e lo dimostra – sottolinea la Coldiretti – il fatto che il Canada festeggia l’anniversario con la produzione nel primo semestre del 2019 di ben 6,3 milioni di chili di falso Parmigiano Reggiano (Parmesan), in aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2018, di 4,5 milioni di ricotta locale, di 1,9 milioni di chili di Provolone taroccato ai quali si aggiungono addirittura 74 milioni di chili di mozzarella e ben 228mila chili di un non ben identificato formaggio Friulano, che certamente non ha nulla a che vedere con la Regione più a Nord est d’Italia.
L’allarme fu lanciato già da Giorgia Meloni, che da anni si batte per la tutela delle nostre eccellenze. Nel 2015 gridò al pericolo che correvamo se avessimo permesso all’Ue di far produrre formaggi con il latte in polvere e nel maggio scorso avvisò “sconcertante il silenzio del governo riguardo l’operazione suicida di consegnare la distribuzione dei formaggi italiani ai francesi”.
Il Parmigiano Reggiano oggi può essere liberamente prodotto e commercializzato dal Canada con la traduzione di Parmesan ed è anche possibile produrre e vendere Gorgonzola, Asiago e Fontina, mantenendo una situazione di ambiguità che rende difficile ai consumatori distinguere il prodotto originale ottenuto nel rispetto di un preciso disciplinare di produzione dall’imitazione di bassa qualità.
Oggi i risultati sono scritti nero su bianco: il settore caseario nazionale che nel semestre fa registrare complessivamente un crollo in quantità esportate in Canada del -32% con punte negative del -33% per il Provolone, del – 48% per il gorgonzola, del -46% per il pecorino romano ed il fiore sardo e del -44% per Asiago, Caciocavallo, Montasio e Ragusano, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al primo semestre del 2019. Una situazione in netta controtendenza rispetto a quello che avviene sui mercati mondiali dove il settore caseario nazionale fa registrare una crescita del 7% e raggiunge il massimo di sempre nel semestre considerato.
Come accusa Coldiretti sono falsi otto pezzi di Parmigiano su dieci senza considerare peraltro i falsi che arrivano da altri Paesi sul mercato canadese con l’accordo Ceta che ha legittimato per la prima volta nella storia dell’Unione Europea le imitazioni del Made in Italy. Di contro aumenta di 9 volte la quantità di grano importato dal Canada in Italia nel primo semestre del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, per un totale di 387 milioni di chili. La situazione è drammatica, è necessario invertire la rotta, prima che non si possa più tornare indietro. Lo ha detto, a margine della kermesse Atreju, anche la deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli.
Non sembra promettere bene il neo ministro Teresa Bellanova, per la quale la ratifica del Ceta sembra invece essere una priorità.